Come funzionano le pensioni per i commercianti e gli artigiani
La settimana scorsa ti avevo spiegato la contribuzione per i professionisti. Oggi invece affronto il tema dei contributi collegati a chi esercita un’attività di commercio e artigianato, che sebbene siano due mondi diversi e distinti, in realtà sono legati da diverse regole che li rendono simili, per lo meno in termini di contribuzione.
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di Giorgia Salardi
Commercialista e divulgatrice sui social network con Fisco ci capisco.
Partiamo dalle cattive notizie: entrambi sono accomunati da un contributo fisso, abbastanza immediato e che prescinde dalla realizzazione di un reddito. Chiunque intenda aprire un negozio, anche on-line, di vestiti (commercio) così come un’officina meccanica o una piccola sartoria (artigianato), deve subito mettere in conto che di lì a poco dovrà pagare il contributo fisso Inps, con f24 intestato alla persona fisica.
Sì, l’Inps è personale, e questo anche quando l’attività viene esercitata da una società, tipo una Società in nome collettivo, composta da tre amici: ognuno pagherà la sua (non la deve pagare la società, sembra banale ma ti assicuro che non lo è). Gli importi del contributo fisso INPS per l’anno 2022 sono: 3.983,73 euro per i commercianti e 3.905,76 euro per gli artigiani; viene pagato in 4 rate trimestrali di pari importo alle seguenti scadenze: 16 maggio, 22 agosto, 16 novembre e 16 febbraio dell’anno successivo.
Come detto, questo è un contributo fisso che prescinde dalla realizzazione di un reddito e quindi deve essere pagato anche nel caso in cui l’attività in quell’anno abbia prodotto una perdita. Questo versamento “copre” la contribuzione fino a un determinato importo di reddito (chiamato minimale) che è pari a 16.423 euro.
Per la parte di reddito che eccede il minimale, invece, è dovuta la contribuzione a saldo che è determinata applicando una percentuale del 24,48% per i commercianti e del 24% per gli artigiani, che aumenta di 1 punto percentuale per i redditi superiori a 48.279 euro, fino a un massimale di 80.465 euro, oltre il quale la retribuzione non è soggetta a contribuzione previdenziale.
Il pagamento di questi importi eccedenti il minimale è previsto insieme al pagamento delle imposte, e quindi le scadenze per quest’anno sono:
- il 30 giugno 2022 o il 22 agosto 2022, con una piccola maggiorazione dello 0,40%, per il saldo 2021 e il primo acconto 2022;
- 30 novembre 2022, per il secondo acconto.
Adesso una buona notizia: contrariamente a quanto avviene nella gestione separata, nel caso dell’INPS artigiani e commercianti è possibile ridurre del 35% la contribuzione nel caso di adesione al regime forfettario. Per farlo è necessario predisporre una domanda all’INPS entro il 28 febbraio e soprattutto sapere che la riduzione di versamento comporta una riduzione del periodo di copertura previdenziale (si va in pensione dopo). Ma c’è un vecchio detto, che più o meno dice che per pagare c’è sempre tempo. Dipende se questo motto fa per te.