I soldi sono il filo che tiene unita la mia famiglia

La storia di Lorenzo Gerli

Lorenzo cresce negli anni Novanta in un paese di provincia, con la paura di confessare ai suoi di essere gay. I genitori lo scoprono per vie traverse e non riuscendo ad accettarlo in nessun modo, decidono di ignorare completamente quella parte della sua identità. Mentre in casa il silenzio avvolge tutto ciò che riguarda la vita emotiva, Lorenzo si laurea e va a vivere da solo, trova un lavoro a Bergamo e poi a Milano. I genitori sono sempre al suo fianco. Gli pagano gli studi. Gli puliscono la casa e gli fanno il bucato. E anche quando diviene indipendente economicamente, approfittano di ogni occasione per fargli la spesa, riempirgli il serbatoio dell’auto, oppure rimborsargli gli acquisti extra come il computer nuovo. Lorenzo li lascia fare, perché gli fa comodo, certo. Ma anche perché capisce che i soldi sono l’unico modo che hanno trovato per esprimergli il loro affetto. L’unico filo che li tiene ancora uniti. E chissà, magari un giorno riusciranno anche ad accettare ogni parte di lui…


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Avevo solo 800 euro in tasca, ma una grande fiducia nel futuro

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Non sarò mai ricca, ma sono libera