Silvia, che voleva guadagnare sempre di più
Silvia ha appena ottenuto un grande successo lavorativo ma non si concede il lusso di festeggiare. È troppo presa a soddisfare le aspettative elevatissime che nutre verso di sé, per giunta mai pienamente soddisfacenti anche se realizzate. Silvia è cresciuta in un ambiente in cui l’amore era condizionato alla prestazione: le veniva dato affetto, apprezzamento e soprattutto attenzioni solo quando raggiungeva il successo in ciò che faceva. Nel percorso di psicoterapia imparerà a concedersi del tempo per sé e a utilizzare i soldi duramente guadagnati per la sua felicità senza reinvestirli continuamente per la sua professione: Silvia impara a stare, a fermarsi e a godere di ciò che ha.
Gianna, che non riusciva a spendere i suoi soldi
Gianna ha 58 anni, un marito che non ama più e due figli adulti che vivono in un’altra città. Ha i sintomi di un disturbo depressivo: da un po’ di mesi mangia pochissimo, ha la nausea appena si mette a tavola, ma lei ci crede poco: «Non sono depressa, come potrei esserlo? Ho tutto ciò che voglio: una bella casa, un lavoro, dei figli…non mi manca nulla, sarei un’ingrata ad essere depressa. Non ho solo fame tutto qui». La psicoterapia permette di ricostruire l’infanzia e giovinezza, vissute tra l’atteggiamento ipervigile per proteggere sé e le sue sorelle dalle ire del padre e l’educazione sobria e asciutta della madre, che l’hanno portata a fare una vita devota a ciò che funzionava, più che a ciò che le piaceva. Dagli studi al matrimonio, ogni sua scelta è stata dettata dall’aderire alle aspettative altrui, perdendo nei meandri del fare, ciò che era lei: con i suoi bisogni, con i suoi desideri e con le sue preferenze.
Compro di continuo. E talvolta il pacco rimane chiuso per giorni
Davide ha 38 anni, una compagna, Sofia, con cui sta per avere un figlio, una soddisfacente carriera nel food e una vita attiva. Potrebbe sembrare tutto perfetto senonché arriva da me tramite il suo nutrizionista per una collaborazione: Davide è in sovrappeso, vorrebbe dimagrire, ma fa fatica a seguire la dieta. Non solo. Continua a fare acquisti online che si accumulano in una stanza, senza che lui neppure disfi i pacchi…
Quelle lettere dell’Agenzia delle Entrate buttate in un cassetto
«Quando mi è arrivata la prima lettera dell’Agenzia delle Entrate l’ho aperta e sono quasi svenuta! Non avevo calcolato che parte dei miei guadagni dovevano essere conservati per pagare le tasse. Ho sempre speso tutto il mio guadagno tra cene, viaggi e vestiti… quella lettera mi ha risvegliato bruscamente da un bel sogno». Storia di Giulia, che faticava a portare avanti le storie d’amore e a pagare le tasse.
Quanto ci condizionano i traumi del passato?
Michele è un dirigente di successo. Quando si dimette per creare la sua startup, si risveglia una parte vulnerabile dentro di lui legata al fallimento dell’azienda di famiglia. Il disturbo di attacco di panico arriva come allarme a non procedere.