

Più guadagnavo, più mi sentivo infelice
Marco Fogliata ha 33 anni e viene da Pumenengo, un piccolo centro di circa duemila abitanti in provincia di Bergamo. Da tre anni ha scelto di vivere su quattro ruote, trasformando un van nella sua casa e la sua passione per la fotografia in una professione che può fare in maniera itinerante.
Mamma insegnante e papà commerciante, la sua è una famiglia economicamente solida. I soldi, nella narrazione familiare, sono la chiave che apre ogni possibilità di essere felici: «Il concetto di vita era questo: fai i soldi, e con i soldi potrai avere tutto quello che desideri — un buon lavoro, una famiglia, una casa. Ma, spoiler: io tutta questa felicità in casa non l’ho mai vista, nonostante ci fossero le disponibilità economiche».
Negli anni dell’adolescenza, Marco cambia spesso direzione. Si iscrive a ragioneria, poi prova con l’istituto per geometri. Percorsi iniziati ma mai conclusi. Lui vuole solo una cosa: indipendenza, e la vuole presto. Così, a 18 anni inizia a lavorare e non smette più. Prima come cameriere, poi in fabbrica, dove firma un contratto a tempo indeterminato e la promessa di una vita stabile. È in quel periodo che, insieme alla sua compagna, fa il grande passo e acquista casa.
Ma è proprio mentre tutto sembra andare secondo i piani che Marco inizia a sentirsi stretto in quella vita. «Ero grato di avere una casa mia, una macchina, ma allo stesso tempo facevo un tipo di lavoro in cui, man mano che aumentava la retribuzione, cresceva anche lo sconforto. Col passare degli anni ho iniziato a chiedermi: “Ma io sono felice facendo questa cosa per 8-10 ore al giorno?”».
Nel frattempo, quasi per caso, durante un viaggio alle Hawaii, Marco scopre la fotografia e ci si appassiona subito. Riesce a costruirsi un buon giro di clienti e inizia a maturare un’idea che fino a poco prima sembrava impensabile: lasciare il posto fisso per dedicarsi completamente alla fotografia freelance.
Ma non è solo una questione di lavoro: il desiderio di allontanarsi dalla realtà del piccolo paese si fa sempre più forte. Così, insieme alla compagna acquista un van e pianifica di trasferirsi in Spagna. Ma siamo nel 2020, e la pandemia stravolge ogni piano. Il progetto si blocca ancora prima di cominciare. E anche la loro relazione arriva a un bivio: decidono di separarsi e insieme scelgono che sarà lei a tenere la casa.
Da allora, Marco vive nel suo van, sempre in movimento. Lavora come fotografo freelance e costruisce la sua quotidianità in sintonia con la natura. Nel suo stile di vita oggi non ci sono rinunce. Ma un semplice adattarsi ai bisogni attuali. «Ho imparato ad avere un tenore di vita basso. Al momento non ho famiglia e non sento vincoli. Quando ci sarà, ci saranno sicuramente spese in più da sostenere, e io mi muoverò in base a queste».