Episodio 87
Il prezzo che pago per aver scelto di lavorare nella cultura
Michela, 57 anni, è un'attrice e il suo lavoro è raccontare storie. Nonostante la sua forte vocazione, ha sempre dovuto affrontare la precarietà finanziaria del settore, facendo fatica a far riconoscere il valore economico del suo lavoro. Una difficoltà che appartiene a molti professionisti della cultura, che spesso ricevono compensi ben al di sotto di quanto necessario per una vita dignitosa. E sentono che questo squilibrio nasce dall’idea che il loro impegno sia mosso da una vocazione avulsa dal diritto a un giusto ritorno economico.
Episodio 86
Il giorno in cui mi sono ritrovata con 600mila euro di debiti
Esdebitazione è il processo attraverso cui vengono cancellati i debiti residui di una persona. Antonia Moroni aveva un debito di 600mila euro. E questa è la storia di come si è ritrovata con questo macigno sulle spalle e di come ne sta uscendo, non solo attraverso una grande dedizione, ma anche grazie ad una fede profonda.
Episodio 85
Per 22 anni mi sono preparata (finanziariamente) a lasciare il mio lavoro in banca
Per 22 anni, Anna si è preparata a compiere un passo che avrebbe potuto renderla più povera, ma non se fatto con la dovuta preparazione.
Episodio 84
Ho cercato di educare i miei figli anche tramite i soldi
Luca Foresti, classe 1973, è un imprenditore, magari non lo è sempre tecnicamente in ogni momento della sua vita, ma la sua bussola interiore è lì che punta. Attraverso il suo percorso di vita, ha compreso che la ricchezza non si limita al denaro in banca, ma include anche una ricchezza più profonda, legata alle proprie capacità, alle proprie passioni e alle proprie relazioni.
Episodio 83
Quel passaggio generazionale gestito senza mai parlare di soldi
Camilla Negri ha 34 anni ed è originaria di Fontana Fredda di Cadeo, un paese in provincia di Piacenza, dove il padre negli anni ’80 avvia un’azienda che si occupa di vendita di attrezzature per la ristorazione. Quando era ragazzina, Camilla aveva altri sogni, le sarebbe piaciuto viaggiare, ma oggi lavora come responsabile del Marketing nell’azienda di famiglia, che un giorno erediterà. Eppure il passaggio di conoscenze da parte dei suoi genitori si è come inceppato, e ancora una volta, c’entra il tabù dei soldi.
Episodio 82
In sede di divorzio, ho presentato il conto del mio lavoro di cura
Liana Doro cresce in un ambiente fortemente patriarcale, dove tutte le risorse sono destinate alla crescita del fratello maggiore. Nel momento in cui decide di ribellarsi alle aspettative familiari, intraprende un percorso di emancipazione attraverso gli studi e il lavoro. Dopo aver superato numerose sfide, tra cui conciliare maternità e carriera, diventa avvocato specializzata in diritto di famiglia. La sua esperienza personale la porta a difendere i diritti delle donne e a supportarle nel momento del bisogno. Ma a un certo punto toccherà a lei stessa attraversare l’esperienza vissuta tante volte volte attraverso le storie delle sue clienti.
Episodio 81
Sono stato cresciuto (e cresco i miei figli) con il mantra dello studio
Riavvolgendo il nastro della storia di Andrea, per raccontare come è arrivato ad avere questa relazione con il denaro, bisogna partire dal 1910, quando suo nonno Cosimo diventa padre. Un viaggio attraverso un secolo di paternità, che Andrea traccia nel suo libro Storie di padri Storie di figli, edito da Paesi Edizioni, e che oggi ripercorrerà insieme a noi.
Episodio 80
Ho dovuto dare un valore economico alla morte di mia sorella, perché fosse fatta giustizia
C’è un lato oscuro, di cui nessuno parla, che si nasconde dietro la morte violenta di una persona; ed è il lato economico. In questa puntata, Serena coraggiosamente ce lo racconta, rompendo la spessa coltre che si forma quando due tabù si incontrano, quello dei soldi e quello della morte.
Episodio 79
Quando ho imparato a dire No al "cattivo" lavoro
È solo nel momento in cui Vanessa riconosce il suo vero valore che capisce che esistono altre forme di lavoro in grado di soddisfarla.
Episodio 78
Il costo che pago per essere non-madre
Anna Cupani ha 41 anni, vive e lavora a Londra. Il suo primo passo nel mondo del lavoro, le mette subito davanti agli occhi il fatto che, in quanto donna, per lei ogni cosa sarà molto più difficile. Ma non solo: in questo contesto di sottile e continua discriminazione, Anna si rende conto che un trattamento speciale è riservato alle non mamme, dalle quali ci si aspetta che, non avendo bambini a carico, siano più disponibili a lavorare di più e a coprire i turni di colleghi.