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Rame Episodio 117

Giulia Muscatelli: «Così le mancanze emotive si trasformano in bisogni materiali»

16 minuti

Giulia Muscatelli ha 36 anni, fa la scrittrice e vive a Torino, città dove è nata e cresciuta. La sua famiglia è ricca. O almeno così crede, osservando il modo di spendere di suo padre, giornalista sportivo affetto da disturbo bipolare, all’epoca non diagnosticato. A 11 anni, il fragile castello di agio  in cui ha vissuto per tutta l’infanzia crolla: suo padre muore in un incidente stradale e madre e figlia si trovano a dover affrontare non solo l’assenza, ma anche la scoperta che al posto di una ricchezza c’è una montagna di debiti: «Ventimila euro di multe, seimila euro di canoni…».

Dopo il liceo, Giulia inizia a lavorare come cameriera e animatrice per contribuire alle spese e aiutare sua madre. E intanto studia. Prima Giurisprudenza, poi passa a Lettere, infine tenta quasi per gioco il test di ammissione alla scuola Holden, una delle più ambite scuole di scrittura creativa italiana. Con grande sorpresa, viene ammessa. E così, per frequentare la Holden, Giulia congela gli esami universitari, fa un prestito e continua a lavorare come cameriera. Una volta terminati gli studi, le viene offerta l’opportunità di collaborare con l’istituto. Sua madre vorrebbe che completasse l’università, ma Giulia decide di interrompere gli studi e iniziare a lavorare.

Apre così la Partita Iva e alla collaborazione con la Holden affianca esperienze nel mondo della pubblicità, arrivando a guadagnare anche 4.000 euro al mese. Tutto denaro che spende in vestiti e cene, un modo per tentare di colmare un vuoto interiore che cresceva dentro di lei, ma ignorando tasse e cartelle esattoriali: «Non è che non pagassi mai le tasse: ne pagavo solo alcune, totalmente a caso, in uno stato di incoscienza identico a quello di mio padre. Ho proprio perpetuato qualcosa che avevo visto fare a lui». In sei anni, i debiti raggiungono i 50 mila euro.

La svolta arriva quando entra nella sua vita il suo attuale compagno, e Giulia decide finalmente di affrontare la situazione, aiutata da una consulente finanziaria e spinta dalla gravidanza imminente: «Il giorno dopo aver scoperto di essere rimasta incinta, mi è arrivata l’ultima cartella esattoriale da 16.000 euro. Mi sono spaventata, ma non perché i figli ti cambiano: ho avuto paura che mio figlio potesse crescere come me».

Nel suo percorso di consapevolezza, segnato da incertezze e compromessi, Giulia si sta rendendo conto che il primo passo concreto per trasformare il suo rapporto con i soldi è proprio abitare questa complessità: «Per questo mi piace scrivere di soldi: non sono assolutamente risolta, c’è un caos enorme dentro di me». Un tema che Giulia esplora anche in Poveraccia, il suo podcast appena uscito per Mondadori Studios.