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Quanto costa un prestito personale? Guida a rate, tassi e sostenibilità del debito

Accendere un prestito è il più delle volte un modo per acquistare ciò che non potremmo permetterci, pagandola in un’unica soluzione. Ma è anche un modo per mantenere “liquidità” di fronte a una spesa necessaria, o fare un investimento per crescere. In tutti i casi, è molto importante fare una scelta ragionata, partendo dalle motivazioni che ci spingono a chiedere il  finanziamento, alla convenienza del prodotto – vi siete mai chiesti “quanto mi costa un prestito?” – e alla capacità di sostenere le rate senza difficoltà. Qui i consigli di due esperti.

Tempo di lettura: 8 minuti

Giorgia Nardelli
Giorgia Nardelli

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Giornalista esperta di diritti dei consumatori e finanza personale.

quanto costa un prestito
Foto di Ayman Yusuf

Nei primi sei mesi del 2025 quasi quattro italiani su dieci avevano almeno un prestito in corso, il 13,1% in più rispetto a un anno fa. A rivelarlo sono i dati di Eurisc, il sistema di informazioni creditizie gestito da Crif, che sembrano mostrare un Paese che ha dimestichezza con finanziamenti e tassi di interesse. Non è così: gli ultimi dati Ocse ci dicono che solo il 16% dei connazionali possiede le conoscenze minime accettabili per comprendere davvero la portata di ciò che sta facendo quando accende un finanziamento, e l’Italia è al 36esimo posto su 39 Paesi osservati. Non stupisce che per qualcuno, allora, il credito possa alla lunga diventare un problema. Qui proviamo a capire con l’aiuto di due esperti quando un finanziamento può essere utile davvero, quanto costa un prestito, i conti necessari e le valutazioni da fare perché sia davvero sostenibile per le finanze di ciascuno. 

Debito buono e debito cattivo: come distinguerli

Se è vero che frazionare un pagamento e spostarlo nel tempo ci permette di comprare beni necessari che molti di noi non sarebbero in grado di acquistare in altro modo – un’auto, una casa, un investimento per la propria professione – è anche vero che non tutti i debiti sono necessari, e anzi, alcuni possono essere dannosi. È forse questa la prima riflessione da fare quando si accarezza l’idea di un prestito. «Prima di partire, sarebbe doveroso farsi delle domande con l’obiettivo di riflettere, e capire perché ci occorre quel denaro, e che benefici contiamo di ottenere una volta fatto l’acquisto che il nostro debito ci consente di fare. Sapendo che un credito “cattivo”, è senza dubbio quello a cui si ricorre in maniera indiscriminata, senza valutarne utilità ed effetti», spiega Loris Liuzzi, Specialista marketing e prodotti per Sella Personal Credit.

«Viene da sé, che la prima distinzione da fare è tra prestito necessario e prestito non necessario: una cosa è trovarsi in difficoltà perché si devono affrontare delle spese mediche impreviste e non si ha liquidità sufficiente, altro è acquistare qualcosa che semplicemente si desidera. Non è questo un male in sé, ma una scelta che richiede qualche riflessione in più».

Prestito come investimento: quando conviene davvero

C’è poi il credito necessario per investire in un progetto lavorativo, personale o professionale, per esempio per finanziare un percorso formativo. In questo caso sarebbe utile calcolare, anche a spanne, il beneficio anche economico che ci si attende da avere dall’oggetto o dal servizio che compriamo a rate, e il rapporto tra indebitamento e resa dell’investimento. «Per arrivarci bastano poche e semplici domande: che vantaggi mi darà ciò che acquisterò, a livello formativo e/o finanziario? Cosa mi aspetto? E infine: vale la pena indebitarmi in cambio di ciò?».  

Detto in altri termini, se oggi chiedo un finanziamento di 8.000 euro per un master, dovrei avere buone probabilità che le competenze, le conoscenze o tutto ciò che punto ad acquisire grazie a quel percorso, mi garantiscano un miglioramento della mia condizione economica, che nel medio/lungo periodo vada a ripagare non solo la spesa, ma l‘intero costo del prestito.

Prestito sostenibile: la regola del 30-35% dello stipendio

Premesso questo, va detto anche il più utile dei prestiti deve essere sostenibile finanziariamente, e la prima buona regola per capire se lo è, è misurarne l’impatto sulle nostre entrate: «La rata mensile, unita alle altre eventuali rate, non dovrebbe superare il 30-35% del nostro stipendio o dei nostri guadagni mensili, per lasciarci respiro per le spese fisse, gli imprevisti, gli accantonamenti», premette Martina Moraschi, Specialista marketing e prodotti di Sella Personal Credit. «Chiaro è che non parliamo di una percentuale scolpita nella pietra, ma di un riferimento che in alcuni casi va rivisto», aggiunge Loris Liuzzi. «

Le domande da farsi

Specie se i propri redditi sono variabili, dopo avere stilato una media e verificato che la percentuale di debito non si discosta dal tetto del 30-35%, bisognerebbe interrogarsi anche su altri aspetti che riguardano il bilancio personale. Tra le questioni da porsi, per esempio, c’è quella delle altre spese personali o familiari: possono crescere improvvisamente? Cosa ci si aspetta nei prossimi anni? Ci sono spese importanti da affrontare lungo la durata dei finanziamenti? E ancora: il proprio reddito è stabile, o è soggetto a oscillazioni? È molto importante valutare l’impatto di un prestito anche nel lungo periodo».

Se il proprio reddito è particolarmente basso, poi, bisogna considerare che eroderlo anche solo di un 30% potrebbe intaccare la propria stabilità. Ragione per cui, se le spese fisse e necessarie superano il 50-60%, la soglia di debito del 30% andrebbe necessariamente abbassata. Il punto è, ancora una volta, individuare cosa resta al netto delle proprie spese fisse, come spiega Martina Moraschi: «In realtà è sufficiente fare una banale sottrazione per visualizzare il dato, e rendersi conto se la somma restante ci basterà, oppure no. Guardandola da questa angolazione è anche più facile interiorizzare il concetto che una volta acceso il finanziamento, un determinato importo di denaro non sarà più nelle nostre tasche per tutta la durata del prestito».

Quanti prestiti si possono avere?

Il livello di indebitamento non è l’unico fattore da tenere presente, quando si valuta la propria capacità di tenere fede agli impegni presi. Anche un alto numero di prestiti in corso, al di là degli importi, può essere il sintomo che qualcosa non va: avere troppo finanziamenti attivi può mettere a rischio la propria stabilità. «È molto importante anche dare un occhio al trend. Se mi rendo conto che nel giro di poco ho acceso magari cinque o sei micro-finanziamenti, devo prestare attenzione e avere consapevolezza degli impatti che avranno sulla mia situazione finanziaria».

«In più, va considerato che quando ci si trova in questa situazione, la società finanziaria o l’istituto di credito a cui ci si rivolge potrebbe respingere un’ulteriore richiesta di finanziamento, cosa che potrebbe avere conseguenze sulla propria posizione creditizia per un determinato lasso di tempo, precludendo il ricorso al credito per un po’, magari in un momento in cui è davvero necessario», prosegue Liuzzi. 

Quanto costa un prestito: tassi e durata 

Ovviamente non c’è solo la situazione personale da valutare, ma anche la convenienza del prodotto che ci stanno proponendo e le altre caratteristiche. «Sapere con anticipo a quanto ammonta la rata, avere la ragionevole sicurezza che la si potrà sostenere a lungo, nonché conoscere la spesa finale, aiuta a fare scelte consapevoli», dice Martina Moraschi. «In questo senso, meglio soffermarsi anche sulla durata del contratto: è importante riflettere sul fatto che una determinata rata si presenterà ogni mese per un certo numero di anni. Versare 200 euro al mese per dieci mesi è diverso che pagarne 100 per più di 20, l’importo è più basso ma si tratta di un impegno da sostenere più a lungo, e di cui si dovrà tenere conto nel fare progetti futuri».

Troppo spesso, poi, ci si concentra sulla rata, dimenticando di capire qual è il costo del prestito che si sta andando ad accendere.  «Per saperlo va guardato il tasso annuo effettivo globale, che nei fogli illustrativi viene indicato con la sigla TAEG; e che rivela il costo totale del finanziamento, in percentuale annua, ed è anche il parametro da considerare quando vogliamo confrontare più prodotti», continua l’esperta.

Calcolare il costo reale di un prestito: l’esercizio pratico

Inutile negarlo, a volte, purtroppo, la sola percentuale è un dato che non ci aiuta a realizzare quale sarà l’impatto del prestito sui nostri conti, in altre parole, quanto pagheremo davvero per ottenere la liquidità necessaria. «A questo proposito, un esercizio tanto utile quanto semplice consiste nel fare il conteggio totale delle rate, e moltiplicare questo numero per l’importo di ciascuna rata, per poi sottrarre dal totale la somma ricevuta in prestito. Il risultato ci dirà il costo esatto del finanziamento, quanto paghiamo cioè per il servizio che abbiamo», spiega Moraschi, che aggiunge: «L’importante, è comprendere i costi, capire se sono accettabili e se possiamo permetterci di sostenerli». 

Quando pagare la rata: il trucco della data giusta

Certo, perché sia possibile essere in linea con i prestiti è importante avere contezza delle risorse a disposizione, le spese ricorrenti, le entrate e la media delle uscite mensili, ecco perché si rivela prezioso un bilancio familiare, così come l’abitudine di tracciare i flussi di denaro, e avere un calendario dove segnare le entrate previste, specie se si lavora in proprio, nonché le scadenze, per potersi  organizzare al meglio.

Come spiega Moraschi: «Anche se la maggior parte degli istituti di credito non lascia scegliere al cliente il giorno in cui far cadere la rata mensile, molti mettono a disposizione due opzioni, così che il consumatore possa decidere quale tra le due si adatta meglio al proprio calendario finanziario. Una mossa intelligente può essere quella di selezionare il giorno del mese successivo ma non troppo lontano dall’accredito dello stipendio, o da un’entrata continuativa». Sembra un dettaglio, ma non lo è, perché così facendo la somma impegnata viene subito impiegata, impedendo così di fare acquisti o spese eccessive e durante il resto del mese. 

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