Quanto costa davvero un’auto elettrica?

Più o meno a partire dalla fine di marzo arriveranno nuovi incentivi statali sulle auto elettriche, e chi rientrerà in determinati requisiti potrà spuntare sul prezzo fino a 13.500 euro di sconto. Un bonus decisamente ricco, ma la cui efficacia sarà tutta da dimostrare. Nelle scorse edizioni, gli incentivi per l’elettrico sono rimasti perlopiù inutilizzati: dei 425 milioni stanziati in questi anni per stimolare il mercato delle auto elettriche e ibride, ne sono stati adoggi utilizzati solo 33, meno dell’8%, mentre quelli per i veicoli diesel e benzina sono stati esauriti in poche settimane. In Francia nel frattempo, il leasing sociale che permette a chi ha un reddito basso di noleggiare un’auto elettrica a 100 euro al mese senza anticipo ha ricevuto 90.000 adesioni in meno in un mese. Solo nel 2023 nel Paese d’Oltralpe sono stati 261.259 i veicoli immatricolati, in Germania 470.272, in Italia 59.478. Se da noi l’elettrico non decolla, dicono gli esperti, è perché si è sbagliato strategia, per le famiglie l’elettrico è ancora troppo costoso. A conti fatti, l’auto elettrica può essere un buon affare? E per chi? Ecco una guida con quello che c’è da sapere, se anche tu stai pensando all’acquisto.

A cura di Giorgia Nardelli


A chi conviene l’auto elettrica

Secondo più di un analista, oggi comprare un’auto elettrica conviene soprattutto se guardi a un Suv o a una berlina, o comunque un’auto di media grande cilindrata. Dice Andrea Poggio, già responsabile mobilità per Legambiente: «La macchina elettrica ha sempre un prezzo più alto rispetto a un’auto di pari misura a combustione o ibrida, ma per i veicoli sopra i 30-40.000 euro di prezzo la differenza di costo viene compensata dai risparmi su carburante e manutenzione. I dati mostrano che già dopo circa 4-5 anni si può recuperare la differente spesa iniziale. Inoltre, le prestazioni e le comodità sono superiori a quelle di un’auto normale». Un test del Touring club svizzero condotto sulle 10 autovetture più vendute nel 2022 in Svizzera, 5 a trazione elettrica e 5 con motore a combustione (si va dalla Toyira Yaris Cross all’Audi Q4 elettrica) mostra che spesso la differenza di prezzo tra modelli di potenza simile, viene colmata già dopo 75.000 chilometri percorsi, e più alto è il chilometraggio, maggiore è il potenziale di risparmio. A conclusioni simili è giunto Quattroruote che qualche anno fa ha selezionato alcuni modelli di auto, mettendo a confronto i costi d’uso della versione elettrica e di quella a combustione. Il caso più virtuoso è stato quello della Opel Corsa a batteria, che sommando manutenzione e carburante, fa risparmiare più di 4.4000 euro in 60 mesi e 60.000 chilometri rispetto all’omologa a benzina.

Quanto costa un’auto elettrica di piccola cilindrata 

Non si può purtroppo dire lo stesso per le auto di piccola cilindrata, da una parte perché lo scarto di prezzo tra i modelli a combustione e quelli elettrici è più ampio, dall’altra perché le spese di carburante e di manutenzione sono generalmente più basse, trattandosi di modelli meno costosi e meno energivori. Prendiamo due esempi: una Fiat 550 E sul sito ufficiale viene pubblicizzata a un prezzo di listino da 28.950 euro. Lo stesso modello, ma version hybrid parte invece 17.700, come dire che l’elettrica costa il 50% in più. Discorso analogo se la scelta cade su Una Renault Twingo elettrica Equilibre, che ha un costo di listino che parte da 24.050 euro. Per lo stesso veicolo, modello Equilibre SCe 65 a benzina si spendono invece da 15.350 euro.

Quanto è cresciuto il prezzo delle auto 

«Per vedere prezzi delle utilitarie elettriche più accessibili bisognerà attendere circa 3 anni» dice Poggio. «Fino a oggi le case automobilistiche hanno investito soprattutto nei veicoli che si inseriscono nelle fasce di prezzo più costose, ma pian piano qualcosa sta cambiando». Non bisogna dimenticare, però, che nel frattempo il prezzo di tutte le automobili è lievitato moltissimo. I dati dell’Unrae, l’Associazione delle Case automobilistiche estere che operano in Italia nella commercializzazione e distribuzione di veicoli, mostrano che il prezzo medio ponderato delle nuove è passato da una media di 18.788 euro nel 2013 a 27.664 euro nel 2023. «Una Fiat Punto, che nel 2009 costava 11.500 euro, oggi costerebbe 18.000, a fronte di un reddito medio disponibile pro capite è diminuito» dice Poggio. Insomma, comprare un’auto è divenuto comunque un lusso.

Gli incentivi in arrivo

Vediamo allora come si potranno abbattere i prezzi delle elettriche con i nuovi incentivi green. Quelli attualmente in vigore prevedono per le elettriche “pure" un massimo di 5.000 euro di sconto con rottamazione, il testo del nuovo decreto, che attende l’ok della Corte dei conti, e che con molta probabilità sarà varato a partire da fine marzo prevede incentivi da un minimo di 6.000 euro senza rottamazione, per salire a 9.000, 10.000 e 11.000 se si rottamano rispettivamente una Euro 4, una Euro 3, e una Euro 0, 1, o 2. Per chi ha un indicatore Isee fino a 30.000 euro, poi, il bonu sale a 7.500 senza rottamazione, per passare rispettivamente a 11.250, 12.250, 13.750 (qui i dati completi anticipati dal ministro Urso alle imprese). Gli “sconti” in arrivo sono in grado di abbattere la differenza di prezzo tra le auto elettriche e a combustibile, ma il costo finale resta comunque meno appetibile rispetto a quello di una macchina più inquinante  (su benzina e diesel l’incentivo arriverà a 3.000 euro di bonus, sulle ibride fino a 10.000, ndr). «Le famiglie guardano al risparmio immediato e la differenza di prezzo sarà ancora una discriminante. No per caso, in Francia e Germania, per favorire la diffusione dei veicoli elettrici hanno rivolto gli incentivi alle flotte aziendali. Le grandi aziende hanno più convenienza ad acquistare l’elettrico nuovo, per una serie di motivi, e nell’arco di 3 anni reimmettono quelle vetture sul mercato dell’usato, che è decisamente più appetibile per le famiglie, come dimostrano i numeri», spiega Poggio. 

Quanto costa il carburante nell’elettrica

Se scegli di comprare un’auto elettrica, avrai comunque una convenienza non da poco sul fronte dei carburanti. Il risparmio è innegabile. «Più chilometri si fanno, più in fretta il costo iniziale viene abbattuto» dice Poggi. Se prendiamo come modello i calcoli del Touring club della Svizzera, dove i costi di elettricità e di benzina e diesel non si discostano troppo dai nostri, scopriamo che il rifornimento incide per circa il 12% sui costi d’esercizio totali di una macchina con motore endotermico, mentre per le elettriche la percentuale scende al 3,5 %. Non è solo una questione di prezzi dell’energia, scrivono gli esperti: la propulsione elettrica è energeticamente molto più efficiente rispetto a quella endotermica. «L’auto elettrica permette di muoversi spendendo meno, anche con i prezzi energetici attuali elevati», tanto che le vetture elettriche, secondo i calcoli, mantengono il vantaggio anche nel caso in cui il prezzo del carburante rimanga invariato, e quello dell’elettricità aumenti del 50%. I calcoli sono fatti però considerando il costo delle ricariche casalinghe, che hanno un prezzo molto più basso. Per capire la differenza, si può provare a fare delle simulazioni con il tool messo a disposizione dalla piattaforma di noleggio a lungo termine Leaseplan, che permette di calcolare il costo mensile per far circolare un’auto elettrica, sia con le ricariche domestiche sia con quelle pubbliche. Scopriamo così, per esempio, che per una VolksWagen E-up con batteria da 36,8 kWh e un’autonomia di 251 km, che percorre 10.000 chilometri all’anno si spendono rispettivamente 29 e 88 euro al mese.

Quanto costa un pieno alla colonnina elettrica

Secondo il portale,  se consideriamo una batteria da 45 kWh e un prezzo dell’elettricità “domestica” di  0,24 euro per kWh, per una ricarica completa a casa si spendono in media 11 euro. Nelle stesse condizioni, considerando il prezzo dell’elettricità ai colonnini (viene preso una tariffa media di 0,74 euro al kWh), il costo del “pieno” sale a 33 euro. Il prezzo della ricarica pubblica, però, non è sempre tutto uguale, scende infatti se si decide di abbonarsi a un singolo fornitore e rifornirsi solo alle stazioni di quel gestore. Con Enel x, per esempio, uan ricarica “spot” va da 0,69 euro per kWh a 0,99, in base al tipo di ricarica scelta, ma sono previsti abbonamenti da 49 euro al mese per ricaricare fino a 80 kWh. A2A, invece, propone per chi è già suo cliente per la fornitura di energia elettrica a casa, abbonamenti da 25 euro al mese. Prima di scegliere è utile insomma valutare le diverse offerte e fare le dovute simulazioni di spesa, partendo dai chilometri percorsi, e soprattutto valutando la disponiblità effettiva delle stazioni di ricarica vicino a casa o lungo i percorsi abituali.

Quanto costa una colonnina casalinga

La soluzione più economica e comoda per ricaricare l’auto resta senza dubbio quella della ricarica casalinga, detta anche wallbox, ma in questo caso all’esborso iniziale per l’auto va aggiunto quello della stazione, a meno di non averne una condominiale. I prezzi degli apparecchi domestici vanno da circa 700 a 2.000 euro, ma negli anni scorsi i diversi governi hanno varato diversi incentivi all’acquisto. A tutt’oggi, chi ha acquistato nel 2023 una stazione condominiale o una wallbox può richiedere un contributo che copre fino all’80% della spesa, per un massimo di 1.500 euro (8.000 per i condomini). Per il 2024 bisognerà stare alla finestra e capire se arriveranno altri contributi. Nel frattempo, però, chi decide per l’acquisto può aderire alla sperimentazione del Gestore di servizi elettrici, che consente di aumentare la potenza del contatore casalingo da 3 a 6 kW, senza fare la richiesta al proprio gestore  e senza pagare costi fissi. Quali risparmi? I conti li ha fatti Adiconsum: per passare da 3 a 6 kW di potenza, il costo una tantum ammonta a circa 200 euro comprensivi di Iva, a cui vanno aggiunti ogni mese 5,10 euro per l’aumento da 3 a 6 kW, circa 60 euro all’anno. Ma, avverte l’associazione, bisogna caricare l’auto solamente di notte e nei giorni festivi.

 


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