La Naspi è cumulabile con gli altri redditi?
Una delle domande più comuni tra chi riceve la Naspi riguarda la possibilità di lavorare nel frattempo: è compatibile con altri redditi? La risposta dipende dal tipo di lavoro svolto. In questo articolo analizziamo le varie situazioni per capire cosa succede se, durante il periodo in cui si percepisce la Naspi, si inizia una nuova attività.
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di Elisa Lupo
Consulente del lavoro da più di 15 anni, ideatrice, autrice e voce di Previdenti, e IO Lavoro.

La Naspi è un’indennità mensile di disoccupazione erogata dall’Inps ai lavoratori che perdono involontariamente il lavoro, e che abbiano almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti l’inizio della disoccupazione. Sono in tanti, tra quelli che la percepiscono, a chiedersi se durante questo periodo è possibile lavorare, e se la Naspi è cumulabile con altri redditi da lavoro. Vediamo quindi caso per caso cosa succede se durante la percezione dell’ indennità si inizia a lavorare. Come vedremo, molto dipende da che genere di attività si svolge.
Naspi e lavoro dipendente o parasubordinato
Se durante il periodo in cui si percepisce la Naspi il lavoratore svolge un’attività con contratto di lavoro subordinato o parasubordinato, la situazione cambia a seconda del reddito annuale. Le ipotesi sono due:
- Il reddito annuale da lavoro dipendente supera gli 8.500 euro: se la durata del rapporto è superiore a 6 mesi, il lavoratore perde il diritto alla Naspi. Se la durata del rapporto è inferiore a sei mesi, la Naspi non è cumulabile con il reddito, viene sospesa per tutta la durata del rapporto di lavoro (per poi essere riattivata in seguito).
- Il reddito annuale da lavoro dipendente è inferiore o pari a 8.500 euro: indipendentemente dalla durata del rapporto di lavoro, il lavoratore conserva il diritto alla Naspi. L’indennità sarà però ridotta di un importo pari all’80% del reddito percepito. L’Informazione va trasmessa subito all’Inps: il cittadino deve darne comunicazione entro 30 giorni dall’inizio dell’attività, indicando anche il reddito che presumibilmente percepirà.
Se il lavoratore svolge uno stage
Niente paura per chi svolge stage e tirocini: la Naspi è cumulabile per intero con i redditi derivanti da queste attività, perché queste non sono classificate come attività lavorative (benché ai fini fiscali il reddito percepito sia assimilato a quello da lavoro dipendente).
Il lavoro occasionale
La Naspi è pienamente compatibile anche con il lavoro occasionale, a patto il beneficiario ne ricavi un reddito non superiore a 5.000 euro per anno. Se resta entro tale limite, inoltre, nessuna comunicazione deve essere inviata all’Inps.
Naspi e lavoro autonomo
Le regole cambiano se il lavoratore avvia un’attività lavorativa autonoma o un’impresa individuale, oppure ne ha già una in essere all’atto della domanda di Naspi. In questi casi deve comunicare all’Inps i redditi presunti entro un mese. Se questi restano sotto la soglia o comunque non superano i 5.500 euro annuì, la Naspi verrà ridotta di un importo pari all’80% del reddito presunto.
Se il reddito presunto è invece più alto di 5.500 euro, il lavoratore perde il diritto all’indennità.
C’è però un’informazione importante che riguarda chi apre o svolge un’attività di lavoro autonomo. In questi casi il lavoratore può chiedere l’anticipo l’intera prestazione Naspi, in un’unica soluzione. Chi sfrutta questa possibilità deve avere ben chiaro che qualora chiudesse l’attività prima della fine presunta della Naspi, dovrebbe restituire all’Inps l’intero importo.