Partita Iva: sono ancora in tempo a passare al regime forfettario?
Questo particolare regime di vantaggio oggi è permesso a contribuenti con ricavi e compensi inferiori a 85mila euro. Ma non è questa l’unica novità. Scopri come fare il passaggio e se ti conviene.
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di Giorgia Salardi
Commercialista e divulgatrice sui social network con Fisco ci capisco.
La domanda ci è arrivata dalla community di Rame: “Sono una libera professionista e sono indecisa se passare al regime forfettario nel 2023, visto il cambiamento delle regole. Sono ancora in tempo?” La risposta è sicuramente: “Sì, sei ancora in tempo”. Ma andiamo con ordine.
Le nuove regole del regime forfettario
La Legge di Bilancio ha modificato alcune regole del regime forfettario di cui avevamo già parlato qui, senza stravolgerne la natura. Questo particolare regime di vantaggio, che si differenzia per una tassazione bassa e una scarsa burocrazia, in quanto non viene applicata né l’Iva né, in caso di professionisti, la ritenuta d’acconto, nel 2022 era permesso a quei contribuenti con ricavi e compensi inferiori a 65mila euro.
Ora il limite è stato innalzato a 85mila euro, permettendo quindi a una platea più ampia di accedervi: un professionista che nel 2022 ha avuto compensi per 75mila di euro oggi può accedere al regime dei forfettari ex legge 190/2014.
Ma non è questa l’unica novità. È stato infatti inserito un blocco, ovvero l’importo di ricavi e compensi inferiore a 100mila euro, il cui superamento nell’anno in corso fa immediatamente scattare la fuoriuscita dal regime forfettario. Per chiarire il concetto facciamo degli esempi. Supponiamo che un professionista abbia compensi per l’anno 2023 pari ad 95mila euro: in questo caso la fuoriuscita dal regime dei forfettari è prevista per l’anno 2024. Se invece i compensi dell’anno 2023 raggiungessero un importo superiore ad 100mila euro, la fuoriuscita sarebbe immediata con la conseguenza che a partire dal compenso che ha superato la soglia è necessario applicare l’IVA, ma, soprattutto, per tutto l’anno non si verrebbe più assoggettati alla più conveniente imposta sostitutiva, ma l’imposizione fiscale diventerebbe quella dell’IRPEF per scaglioni di reddito.
Come si effettua il passaggio?
Tornando alla domanda proveniente dalla community, ovvero se si è ancora in tempo a gennaio per cambiare regime, la risposta è affermativa.
Il regime forfettario è infatti un regime “naturale” e pertanto vale il comportamento concludente del contribuente, senza necessità che ne venga fatta richiesta o debba essere comunicato all’Agenzia delle entrate.
Se quindi nei primi giorni dell’anno sono state emesse delle fatture con addebito dell’IVA, e poi si è deciso di cambiare il proprio regime, basterà modificare con delle note di variazione le fatture emesse e riemetterle con le indicazioni corrette previste dalla normativa. Certo, per evitare possibili contestazioni è bene accelerare i tempi della decisione, metterla in atto il prima possibile, sicuramente prima della Liquidazione iva del primo trimestre.