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Cosa fare se hai finito i giorni di ferie

Le ferie nascono per reintegrare le proprie energie psichiche e fisiche usurate dalla prestazione di lavoro, e sono un diritto. Può però capitare, a inizio di settembre, di ritrovarsi senza più un solo giorno di ferie e disposizione, perché sono stati goduti tutti durante le vacanze estive. Niente paura: questo non significa che non ci si potrà assentare più fino alla fine dell’anno. Il lavoratore può utilizzare alcune soluzioni, a seconda delle circostanze.

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Foto di Elizeu Dias

La normativa italiana non è avara con i lavoratori dipendenti, in fatto di ferie: nel nostro Paese si ha diritto a un periodo annuale non inferiore alle 4 settimane, anzi, spesso i contratti collettivi prevedono anche qualche giorno in più. Ma che succede se quel periodo viene goduto tutto prima della fine dell’anno, e ci si ritrova a settembre senza più un solo giorno a disposizione? 

Il ruolo sociale delle ferie

Iniziamo con il chiarire cosa sono le ferie e qual è il loro scopo: l’istituto nasce per consentire ai lavoratori di fare una pausa dopo un anno di lavoro e di reintegrare le proprie energie psichiche e fisiche usurate dalla prestazione di lavoro, ma ha anche lo scopo di consentire loro di porre maggior cura e tempo nelle relazioni affettive e sociali, in altre parole, ha uno scopo sociale.

Le ferie, difatti vanno godute per almeno 2 settimane consecutive nell’anno in cui maturano, mentre le altre due settimane restanti possono essere godute entro i 18 mesi successivi al termine dell’anno di maturazione. In ogni caso il lavoratore non può scegliere arbitrariamente il periodo di godimento, l’evento va coordinato con le esigenze di un ordinato svolgimento dell’attività dell’impresa. Durante il periodo di ferie al lavoratore spetta la normale retribuzione prevista durante i giorni di lavoro, mentre non si ha diritto alle indennità specifiche connesse alla prestazione, come l’indennità di cassa (destinata a chi in azienda fa cassa) o i buoni pasto.

Come maturano le ferie

Normalmente il diritto alle ferie matura “pro quota”, in dodicesimi, in relazione ai mesi di servizio prestato: può essere cioè calcolato dividendo il numero di giorni spettanti in un anno per 12. Per esempio, se il contratto collettivo prevede che durante l’anno spettano al dipendente 24 giorni di ferie, questi ne maturerà 2 al mese. La maturazione del rateo mensile, quindi della quota, scatta ogni qual volta si lavora per una frazione di mese pari o superiore a 15 giorni. Le ferie continuano a maturare anche durante i periodi di assenza quali la maternità, il congedo di paternità o la malattia, e anche durante le stesse ferie.

Come muoversi se i giorni di ferie sono “finiti”

Nessuno vieta al lavoratore di godere di tutti i giorni di ferie a disposizione, in qualunque momento dell’anno. Cosa fare, però, nel momento in cui si ha bisogno di qualche altro giorno di stop? La prima soluzione può essere quella di chiedere al datore di lavoro di concedere un anticipo, e far godere al lavoratore anche delle giornate che si matureranno entro la fine dell’anno, per esempio, da settembre a Natale. La decisione spetta però al datore di lavoro, non può essere imposta, e bisogna sapere che in questo caso, qualora il rapporto di lavoro si interrompesse prima di aver maturato i giorni di ferie già goduti, il datore di lavoro tratterrà le somme della relativa retribuzione.

Aspettative e permessi 

In alternativa, il lavoratore può chiedere dei giorni di aspettativa non pagata, ma anche questa opzione va motivata e deve ottenere il sì del datore di lavoro. Le ragioni che consentono di chiedere l’aspettativa e le modalità applicative sono disciplinate dai singoli contratti collettivi nazionali di lavoro, ma in ogni caso, durante l’aspettativa non si maturano né contribuzione, né ferie. I contratti collettivi nazionali prevedono anche un numero limitato di giorni di permesso all’anno che il lavoratore può richiedere per ragioni personali.

Una scelta non a senso unico

In tutti i casi, va sempre considerato che il potere di stabilire quando il dipendente può assentarsi spetta al datore di lavoro, che deve tener conto tanto delle esigenze dell’impresa quanto degli interessi del lavoratore. Una buona pratica per andare incontro all’una e all’altra esigenza è quella di definire a inizio anno un piano ferie, in cui il datore di lavoro comunica un arco temporale ampio in cui è possibile fruire delle ferie e il numero di risorse di cui necessita per ogni unità aziendale in quel periodo, mentre i lavoratori scelgono all’interno dei periodi stabiliti i giorni che preferiscono.

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