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Cosa conservare per il 730 (e per quanto tempo)

Quali documenti possiamo gettare e quali dobbiamo conservare dopo avere compilato la dichiarazione dei redditi? È la domanda che si pone chiunque in queste settimane sta preparando il 730, visto che chi accede alla precompilata ha la possibilità di confermare i dati già inseriti nel modello, evitando così di dover archiviare fatture e giustificativi. La regola però non vale sempre, e per tutto.

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730
Foto di Eric Prouzet

Conservare e catalogare o liberarsi di carte e documenti? È la domanda che si pone chiunque in queste settimane sta preparando il 730, visto che chi accede alla precompilata ha la possibilità di confermare i dati già inseriti nel modello, evitando così di dover archiviare fatture e giustificativi. La regola però non vale sempre, e per tutto. Proviamo a fare chiarezza.

Quando non serve conservare nulla

Se invii il 730 precompilato senza alcuna modifica, non sei obbligato a conservarne la documentazione. La ragione è che dati come certificazioni uniche, spese sanitarie, interessi passivi sul mutuo, premi assicurativi pagati, ecc, sono stati già trasmessi all’Agenzia delle Entrate dai soggetti interessati, obbligati per legge, come farmacie, ospedali, banche o assicurazioni.

Quando invece vanno conservati i documenti

Se intervieni sul modello con variazioni o integrazioni, è necessario conservare solo i documenti relativi agli oneri modificati, e non, come accadeva in passato, a tutte le altre spese. Poniamo il caso che tu abbia necessità di aggiungere spese sanitarie che non sono in dichiarazione: sarai tenuto a tenere con te solo la documentazione relativa alle spese veterinarie, non quella riguardante le spese mediche rimaste invariate.

Condizioni soggettive da dimostrare

Attenzione, però. Anche se possiamo liberarci di ricevute e scontrini, siamo tenuti a dimostrare in caso di controlli, di essere in possesso delle condizioni soggettive che ci danno diritto alle agevolazioni. Per esempio, se detraiamo gli interessi passivi sul mutuo “prima casa”, l’Agenzia delle entrate è autorizzato a chiederci di dimostrare che l’immobile in questione sia stato destinato ad abitazione principale.

Per quanto tempo conservare i documenti del 730

Solo in caso di variazioni, i documenti vanno conservati per cinque anni a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello di presentazione. Quindi, per il 730/2025, che riguarda i redditi del 2024, siamo tenuti a tenere con noi le carte fino al 31 dicembre 2030. Se le detrazioni sono spalmate in più anni, il termine si allunga fino all’anno dell’ultima rata.

Bonus edilizi, le eccezioni

Se hai beneficiato di bonus edilizi, come il bonus ristrutturazioni, il superbonus o l’ecobonus, il sismabonus, o il bonus barriere architettoniche, ecc, la documentazione da conservare è più articolata e va conservata per almeno 10 anni.

Tra i documenti che non devono mancare ci sono fatture e bonifici parlanti delle spese edilizie sostenute, da quelli riguardanti l’architetto che ha progettato i lavori e l’impresa edile che li ha eseguiti, a quelli relativi all’acquisto di arredi materiali; i titoli abilitativi  come la Cila, la Scia, o le dichiarazioni sostitutive; le asseverazioni tecniche relative agli interventi e le comunicazioni all’Enea (per ecobonus e superbonus); le dichiarazioni condominiali o autocertificazioni, in caso di lavori su parti comuni.

Molto importante è la dichiarazione dell’amministratore di condominio che attesta di aver adempiuto a tutti gli obblighi previsti dalla legge, e che certifica sia l’importo delle somme pagate dal singolo, sia la detrazione spettante. Non ultimo, va tenuto l’atto di vendita che contiene le indicazioni delle detrazioni, in caso di cessione dell’immobile. Nel dubbio, insomma, meglio conservare ogni giustificativo.

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