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Come usare il Tfr per la pensione 

Nelle ultime settimane si è parlato molto di Tfr e pensioni, specie dopo la proposta del governo di utilizzare il “tesoretto” accantonato dai lavoratori, per anticipare l’età pensionabile. Anche se indirettamente, il Tfr può però già contribuire, in alcuni casi e a certe condizioni, ad anticipare il traguardo. Capiamo come.

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tfr e pensione
Foto di Vlad Sargu

Il Tfr così come lo conosciamo è stato istituito nel 1982 ed è una forma di retribuzione differita che si accumula durante il rapporto di lavoro e si percepisce alla fine del rapporto, qualunque sia il motivo della cessazione. Dal momento della sua istituzione ha l’obiettivo di fare da salvagente tra un cambio di lavoro e l’altro, creando una riserva di reddito.

Come il Tfr può integrare la pensione

Nel 1995, con la riforma Dini viene introdotto il sistema contributivo per il calcolo delle pensioni pubbliche. Questo cambio ha reso la pensione pubblica meno generosa, creando così spazio per i sistemi pensionistici integrativi, cioè la previdenza complementare. La previdenza complementare viene disciplinata nel 2005, e dal 2007 viene chiesto ai lavoratori se vogliono far confluire il Tfr a previdenza complementare o lasciarlo in azienda. Di fatto il Tfr può cambiare natura e da riserva di reddito diventare riserva di pensione.

Liquidazione e Tfr, la proposta di quest’estate 

A fine estate si è molto discusso sulla proposta di utilizzare il Tfr per poter anticipare la pensione. L’idea è quella di ampliare le possibilità di uscita anticipata anche ai lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima del 1996, i quali potrebbero andare in pensione a 64 anni con almeno 25 anni di contributi, utilizzando appunto le somme accumulate a titolo di Tfr come rate di pensione anticipata.

La pensione a cui si fa riferimento è l’anticipata contributiva, oggi accessibile solo a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996. Attualmente possono accedervi i lavoratori con un’età pari o superiore a 64 anni e almeno 20 anni di contributi effettivi (non contano i contributi da disoccupazione e malattia) ma a condizione che l’assegno pensionistico sia di almeno 3 volte l’assegno sociale, per il 2025 deve superare la soglia di 1.616,07 euro, paletto che riduce di molto la platea dei possibili richiedenti. L’utilizzo del Tfr permetterebbe ad alcuni di superare questo ostacolo, ma la proposta ha generato un grande dibattito.

Un altro modo per anticipare l’uscita della pensione

La legge di bilancio 2025 ha introdotto la possibilità per i lavoratori di chiedere di conteggiare, ai fini del raggiungimento dell’importo soglia di 1.616,07 euro, anche il valore della rendita derivante da previdenza complementare. Questa possibilità riguarda quindi chi ha aderito a un fondo pensione o a un piano individuale pensionistico, e, nel caso di un fondo pensione chiuso, ha versato nel fondo il suo Tfr. 

Facciamo un esempio per chiarire: mettiamo che un lavoratore con 64 anni di età e 25 anni di contributi effettivi chieda la pensione anticipata contributiva, ma non possa accedervi perché l’assegno pensionistico calcolato dall’Inps sarebbe di 1.414 euro lordi, sotto il valore soglia. Se il lavoratore ha aderito a una forma pensionistica complementare che gli potrà garantire al momento del pensionamento una rendita mensile di 300 euro, può chiedere di computare tale importo per il raggiungimento dell’importo soglia, e a questo punto superare lo sbarramento e accedere a pensione.

Tutti i vantaggi della previdenza complementare

Ricordiamo che la previdenza complementare non è di supporto solo in questo caso ma anche per tutte quelle pensioni che, benché erogate da Inps, non assicurano un reddito congruo, va quindi valutata seriamente la sottoscrizione, e prima lo si fa, meglio è.

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