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Come risparmiare con uno smartphone ricondizionato

Comprare uno smartphone ricondizionato fa risparmiare almeno il 30% e aiuta a tagliare le Co2 dell’80%, un’opzione che ha a che fare con l’etica, la consapevolezza e l’ambiente. Nell’anno del No buy year, abbiamo cercato di capire se e come questa scelta di consumo consapevole può essere davvero vantaggiosa. Proviamo allora a capire come si sceglie un telefonino green e, perché no, anche una lavatrice o un pc.

Tempo di lettura: 8 minuti

Giorgia Nardelli
Giorgia Nardelli

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Giornalista esperta di diritti dei consumatori e finanza personale.

smartphone ricondizionato
Foto di Lee Tan

Produrre di meno, consumare meglio, evitare sprechi e spese inutili. Nell’anno che ha dato l’avvio al trend del No buy year, si può imparare a rivoluzionare le proprie abitudini a 360 gradi, oltre a evitare fast fashion, usa e getta, acquisti d’impulso, c’è altro che si può fare. Pensaci: quando ti si è rotta la lavatrice l’ultima volta, ti è venuto in mente per un solo istante di comprarne una ricondizionata? E quando ti è capitato di scegliere un nuovo smartphone, o di comprare il primo cellulare a tuo figlio o figlia, hai pensato a questa opzione? Acquistare un device rimesso a nuovo e funzionante può permettere di risparmiare in media il 30%, e rivelarsi un’idea green – con uno smartphone rigenerato si tagliano circa l’80% di CO2 e vincente, a patto di saper scegliere, naturalmente. Il come lo spieghiamo in questa guida.

Rigenerati, li conosciamo ma non li compriamo

Per iniziare, qualche dato: secondo un’indagine di Altroconsumo pubblicata lo scorso febbraio, il 78% degli italiani conosce i prodotti ricondizionati e rigenerati, ma il 73% non ne ha mai acquistato uno, perché preferisce il nuovo o sostiene di non avere mai trovato un’offerta davvero allettante. Uno su cinque, poi, è convinto che questi prodotti siano di qualità inferiore. Nella maggior parte dei casi, chi opta per l’opzione refurbished lo fa per uno smartphone (in 6 casi su dieci), e solo nel 17% su un elettrodomestico, per gli altri dispositivi il mercato è ancora di nicchia, forse perché anche i canali di vendita non sono poco noti al grande pubblico, e non ci sono negozi fisici come in Francia, per esempio, dove la catena Envie è capillare e conosciuta.

Esistono però siti ormai rodati come Ri-generation o  Refurbed Italia (refurbed.it), e grandi catene come MediaWorld, o marketplace come Amazon – per l’elettronica – hanno una sezione dedicata. Anche Apple, sul suo sito ha un e-shop ad hoc, anche se in questo caso lo sconto non supera il 15%. 

Cosa significa quando un prodotto è ricondizionato o rigenerato

In realtà, benché gli aggettivi ricondizionato e rigenerato siano usati come sinonimi (anche sui siti di rivenditori) tra i due c’è una differenza che è bene riconoscere. «Gli elettrodomestici ricondizionati sono apparecchi che nella maggior parte dei casi non sono mai stati utilizzati, magari sono esclusi dalla vendita perché ammaccati, perché presentavano difetti estetici o malfunzionamenti emersi prima dell’utilizzo, o ancora perché restituiti dal consumatore. Una volta controllati e testati, vengono reimmessi sul mercato come ricondizionati, a prezzo ridotto. Chi li compra ha gli stessi diritti di garanzia previsti per chi acquista prodotti nuovi, con una sola possibile eccezione: non potrà reclamare il difetto specifico per il quale è stato applicato lo sconto», spiega Antonello Careri, curatore del sito elettro-domestici.com, che fornisce guide e informazioni sulla riparazione casalinga di elettrodomestici.

I rigenerati, spiega l’esperto, sono invece apparecchi usati e poi rimessi a nuovo e sterilizzati da aziende specializzate in rigenerazione, che poi li rimettono in vendita. «Chiaramente parliamo sempre di usato. In certi casi i prezzi possono essere più bassi anche del 50%, ma è importante essere consapevoli del fatto che si tratta di prodotti di seconda mano, con una storia d’uso alle spalle. La garanzia, inoltre, è ridotta a un solo anno».

Le cose da sapere prima di scegliere 

Quello che penalizza in un certo senso gli apparecchi di questo tipo è la mancanza di una legge che regolamenti il settore. «Ad oggi non esiste una normativa che definisca con precisione i criteri secondo un apparecchio può essere classificato come rigenerato, non esiste una certificazione riconosciuta del processo, le aziende non sono obbligate a seguire determinate procedure o a rispettare standard qualitativi. In linea generale si parla di interventi che prevedono la sostituzione di componenti difettose, la verifica tecnica complessiva, il collaudo e la pulizia approfondita, ma tutto è lasciato a descrizione dell’azienda», dice Careri.

La morale: è importante sapere a chi ci affidiamo, mai scegliere a caso, e se possibile, rivolgiamoci a un venditore che è stato testato da amici e conoscenti, o che ha comunque molte recensioni positive. Le verifice successive riguardano invece il prodotto: controlla che quel modello sia stato apprezzato dai consumatori (come faresti per uno nuovo, d’altra parte), e che non sia uscito di produzione da troppo tempo nel caso dell’elettrodomestico, per il tema dei pezzi di ricambio. 

La garanzia sui prodotti ricondizionati e rigenerati

Va bene risparmiare, ma se per un guasto sei costretto a spedire a tue spese la lavastoviglie c’è qualcosa che non torna. Quando compri un prodotto rigenerato hai per legge un anno di garanzia legale, ma è sempre bene controllare prima quali interventi include la garanzia e quali no. Tra l’altro, la stragrande maggioranza dei venditori di rigenerati è online, e questo potrebbe complicare le cose.

«Quando compri un prodotto nuovo o ricondizionato, l’assistenza viene gestita da una rete diffusa il più delle volte su tutto il territorio nazionale. Non è così per i rigenerati, per i quali l’assistenza è a carico del venditore. Prima del clic, meglio informarsi su chi la gestisce, se ci sono riparatori convenzionati e dove, su come viene erogata e sugli eventuali costi a tuo carico. È un dettaglio fondamentale, specie se si compra un elettrodomestico ingombrante. Quando il rivenditore è a centinaia di chilometri di distanza, i costi di spedizione gestione e tempi di intervento potrebbero rendere l’operazione antieconomica. Se possibile, questo il consiglio generale – cerca di comprare dispositivi ricondizionati da venditori che offrono garanzie estese o garanzie di rimborso», conclude Careri.

Quando conviene scegliere un ricondizionato o rigenerato: il prezzo

Ma quand’è che conviene davvero comprare un apparecchio rigenerato o ricondizionato? E se a parità di spesa posso scegliere un primo prezzo, o un’offertissima, come mi muovo? «Intanto, il rigenerato conviene quando il risparmio è almeno intorno al 30%, o superiore, perché allora sì parliamo di un’offerta appetibile», spiega Careri. Meglio sempre cercare online il prezzo nuovo dello stesso modello che si sta acquistando, con un occhio alle promozioni. Per gli smartphone, i siti specializzati indicano lo stato di usura con scale che vanno dall’eccellente al discreto o simili, anche quello influisce sul prezzo.

Noi abbiamo fatto alcune prove, verificando che in linea di massima, per un telefono venduto come in perfette condizioni si può spendere intorno al 30% in meno, non di più, e che per scendere di prezzo bisogna accettare di avere qualche graffio sulla scocca o segno di usura. Su Swappie, nel momento in cui scriviamo questa guida un iPhone13 rigenerato in condizioni eccellenti, con una memoria di 128 Giga e batteria nuova sta a 379 euro. Nuovo, su MediaWorld ha un prezzo di 529 euro, con un risparmio che supera di poco il 28%. Se cerchiamo un iPhone 16, sempre da 128 GB e in condizioni identiche, spenderemo su Swappie 619 euro, contro gli 849 di Mediaworld (-27%). 

Meglio ricondizionato o primo prezzo? 

Se la scelta è tra un prodotto “primo prezzo “ nuovo, e un rigenerato, va fatto un ragionamento. «Il primo prezzo è un articolo “base”, spesso realizzato con materiali più economici, che generalmente ha poche funzioni. Rispetto a questo, il rigenerato diventa una scelta intelligente quando scegli un apparecchio di qualità, di un brand affidabile, meglio ancora se di alta gamma o comunque con caratteristiche superiori a quelle di un modello di partenza. Magari spendi la stessa somma, ma porti casa un dispositivo che può darti molto di più, anche nel tempo. L’errore da evitare, invece, è scegliere un primo prezzo o un prodotto già di partenza a basso costo rigenerato: spenderai probabilmente molto meno, ma avrai meno garanzie sulla sua durata e sulle sue performance». 

Quanto conta la classe energetica

Per i grandi elettrodomestici può avere un valore la classe energetica dell’apparecchio, o almeno questa è la questione che si pongono in tanti. Logico che se la classe di ciò che abbiamo puntato è molto indietro, l’acquisto ha senso solo se quell’elettrodomestico sarà usato poco, come in una seconda casa. «Se parliamo di classi energetiche come le vecchie A+ o A++, che sono state sostituite dopo la nuova classificazione, non c’è da allarmarsi. I prodotti in queste categorie restano prodotti poco energivori. In ogni caso, su ogni elettrodomestico il produttore inserisce in etichetta o nel manuale d’uso il consumo per un uso standard, per esempio per una lavatrice a pieno carico a 60°. Possiamo usare questo come termine di paragone», consiglia l’esperto.

Gli smartphone, il test di Altroconsumo

Conviene davvero comprare uno smartphone ricondizionato o rigenerato che sia? Secondo Altroconsumo, che tra aprile e maggio 2025 ha testato alcuni dei modelli top di gamma più recenti, tra iPhone e Samsung Galaxy, la risposta è sì. I device messi alla prova provenivano dai principali venditori specializzati, e hanno superato la prova: «La batteria, anche nei modelli in cui non è stata sostituita, ha superato i test di durata, con differenze minime rispetto a una batteria nuova. Tutti i dispositivi sono risultati perfettamente funzionanti, con una qualità percepita pari al nuovo nel caso dei modelli venduti come “Premium”», scrivono gli esperti dell’associazione sul loro sito.

Nessun problema nemmeno su consegna, garanzia e diritto di reso. Il risparmio medio sugli smartphone acquistati è stato del 30%, e anche se gli ultimissimi modelli di iPhone sono risultati un po’ più cari, il taglio del prezzo ha toccato punte del 60% su alcuni modelli Samsung in condizioni definite “buone”. Un buon motivo per provarci. 

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