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Guida fiscale per Content Creator, come avviare la professione

In tanti hanno iniziato ad accarezzare il sogno di guadagnare, o almeno arrotondare pubblicando contenuti sui social, e molti ci riescono. Ma come organizzarsi con Fisco e previdenza, quando arrivano le prime collaborazioni e i primi guadagni? Vediamo come fare.

Tempo di lettura: 3 minuti

Guida fiscale per content creator
Foto di Jeremy Enns

Tanti hanno iniziato ad arrotondare i guadagni con qualche attività sulle loro pagine social, ma quando l’attività, da occasionale diventa abituale, è necessario gestirla dal punto di vista fiscale e previdenziale. Ecco le cose da sapere.

Content Creator e Fisco, quando aprire la partita Iva

L’attività di Content Creator rientra tra le attività di lavoro autonomo, di conseguenza, quando viene svolta in modo abituale è necessario aprire la partita Iva, anche se i compensi sono modesti. Se è presente il carattere dell’abitualità, non esiste, infatti, una soglia minima di reddito sotto la quale si è esonerati dall’apertura della partita Iva. Il codice ATECO specifico per chi fa l’influencer è 73.11.03 – attività di influencer marketing.

Cosa intendiamo per attività abituale? Viene definita tale quella svolta con carattere di sistematicità e reiterazione nel tempo, anche se non rappresenta l’attività principale del soggetto. Nel caso, invece, di attività di Content Creator svolta in modo occasionale e saltuario (dunque non abituale e professionale), le prestazioni non sono soggette ad Iva, e non sarà quindi necessario aprirla. I compensi percepiti costituiranno “redditi diversi” ai fini fiscali, e andranno dichiarati nel quadro RL della dichiarazione dei redditi.

Dal reddito lordo, inoltre, sarà possibile dedurre le spese specificamente sostenute per la produzione del reddito, e il reddito netto così determinato concorrerà alla formazione del reddito complessivo e sarà tassato secondo le aliquote Irpef ordinarie.

Ricevute e documenti fiscali, come comportarsi

Anche in questo caso, ci sono differenze a seconda che tipo di attività svolta sia occasionale o abituale. Per le prestazioni occasionali si emette una ricevuta per prestazione occasionale (da non confondere con la fattura!), su cui va applicata la marca da bollo di 2 euro se l’importo supera 77,47 euro. Il committente applicherà poi una ritenuta d’acconto del 20% sul compenso lordo.

Se l’attività si considera abituale (e quindi è stata aperta una partita Iva) sarà necessario emettere fattura. Per chi inizia l’attività con ricavi/compensi contenuti, il regime naturale è quello forfettario, che prevede tassazione con imposta sostitutiva del 15% – ridotta al 5% per i primi 5 anni di attività se si rispettano determinate condizioni. Chi è nel regime forfettario è esonerato dagli adempimenti IVA, e cioè non addebita l’Iva sulle fatture emesse.

La previdenza, che posizione aprire

Diversamente da quanto succede con il Fisco, non è la frequenza con cui vengono svolte le attività, ma i compensi percepiti a fare la differenza. Per le prestazioni occasionali con compensi annui fino a 5.000 euro non è previsto l’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata Inps. Superata questa soglia, scatta invece l’obbligo di iscrizione, e il versamento della relativa contribuzione.

Con la circolare 44/2025, l’Inps ha dato importanti chiarimenti e l’attività del Content Creator può essere inserita in tre diverse previdenze Inps a seconda di come viene esercitata.

Gestione Commercianti

Va attivata se l’attività è organizzata come un’impresa, cioè se prevalgono gli strumenti rispetto all’impegno personale: ad esempio, chi vende video o banner pubblicitari, o conduce campagne di marketing per conto di aziende. In questi casi, bisogna aprire una ditta individuale e iscriversi alla gestione commercianti, pagando contributi fissi ogni anno (circa 4.000/anno), anche se si guadagna poco.

Gestione Separata

Se invece il lavoro è svolto come libero professionista, in modo personale e intellettuale (es. scrivere testi, girare reel, promuoversi da soli), senza un’organizzazione imprenditoriale, allora si versano i contributi alla Gestione Separata Inps che vengono determinati con una percentuale sul reddito effettivamente conseguito (aliquota 2025 26,07%).

Fondo Lavoratori dello Spettacolo (FPLS)

Se l’attività del creator è artistica o legata all’intrattenimento, e rientra in categorie come attori, registi, fotomodelli, scatta l’obbligo di iscrizione al Fondo per i lavoratori dello spettacolo, anche se si lavora per finalità pubblicitarie.

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