Rame è una serie podcast in cui ci concediamo, finalmente, le conversazioni sui soldi e sulla vita che avremmo sempre voluto avere.
Ogni settimana, seguendo il filo della sua storia economica, un ospite ci confida ricordi d’infanzia, idee, paure, ambizioni personali o imposte da altri, scelte fatte per coraggio o per istinto di conservazione. Parlare di soldi può essere intimo e coinvolgente, rivelatorio ed eccitante. E si finisce sempre per svelare chi siamo e ciò in cui crediamo.
Quanto costa “vivere con meno”
Da ragazzina, Linda Maggiori “si ammala” di ansia da consumismo. Una volta scoperte le profonde disuguaglianze tra Nord e Sud del mondo, soffre di fronte alle possibilità che le offre la sua vita borghese. Quando si trasferisce a Bologna per studiare, Linda trova finalmente uno stile di vita dentro cui si sente se stessa. Niente auto dal 2011, una casa che si alimenta con i pannelli solari e a bassissimo consumo di acqua grazie a un impianto di recupero di acque grigie.
Facevo il possibile per disfarmi dei soldi
Giulia Fidilio nasce a Verona e si trasferisce in Inghilterra a 18 anni, mantenendosi da sola fin dal primo giorno. Studia marketing e nel frattempo fa carriera e guadagna bene. Ma i soldi le scappano via dalle mani. È sempre in rosso da qualche parte: ritira i soldi con una carta di credito per pagare i debiti dell’altra e via così. Mangia riso e fagioli per settimane. E tutto per comprare cose di cui non ha bisogno.
Produrre il proprio cibo può essere salvifico
Miriam Corongiu cresce a Portici, paesone sovrappopolato alle porte di Napoli. Attanagliata da un disturbo alimentare e da un perfezionismo cronico, abbandona l’università a un passo dalla laurea. Intanto si sposa e passa da un lavoro all’altro. Fino al giorno in cui, licenziata da una compagnia di navigazione a 45 anni, decide assieme a suo marito di trasformare i 4 ettari di terra della famiglia di lui in una piccola azienda agricola.
Per l’Istat, noi dovremmo essere poveri
Valeria Baudo ha 45 anni, abita nella provincia di Novara e la sua famiglia, due adulti e due bambini, vive con 1400 euro al mese. Che arrivano tutti dal lavoro di Valeria, bibliotecaria. Suo marito, cantautore e arrangiatore, 8 anni fa perse il lavoro che lo appassionava. Stava per iniziarne uno completamente diverso, ma fatti due conti in tasca, convenirono che era meglio restasse a casa con i bambini.
Mio padre mi disse “Stanno con te per i miei soldi”
Ornella cresce in una famiglia agiata ma molto attenta al risparmio e a evitare gli sprechi. Conosce tutte le facce del privilegio: la cabriolet a 18 anni e le prese in giro degli amici, la possibilità di studiare fuori e la necessità di abbandonare gli studi per tornare a lavorare in azienda al richiamo del padre. Il quale le insegna il mestiere, ma senza mai passarle le consegne o legittimarla a parlare con le banche. Alla morte del padre, i fratelli affidano a lei il compito di portare avanti l’azienda di famiglia. E lei fa ciò che suo padre le aveva impedito finché era stato in vita: rendere l'azienda contemporanea.
Per lungo tempo mi sono vergognata di gestire il denaro
Loretta Napoleoni, classe 1955, è famosa in tutto il mondo come economista, esperta dei sistemi attraverso cui il terrorismo si finanzia. Ma quando, grazie ai suoi studi e alla sua bravura inizia a lavorare in Borsa e a guadagnare benissimo, delega la parte finanziaria a suo marito, ingegnere petrolifero, che guadagna ancora più di lei. «Le persone intellettuali, di cultura, non maneggiano il denaro, mi dicevo…».
Lavorare nei campi mi ricorda che posso sempre ricominciare da zero
Lory studia Psicologia perché ha scoperto in sé la vocazione di aiutare gli altri con il coaching. All’indomani della laurea, però, trova un lavoro sicuro e ben pagato nel commerciale di una industria di bottoni. Ma sente che le manca qualcosa. Così prende un secondo lavoro, alla sera, come coach: fatica 16 ore al giorno. A fine 2019 è pronta al salto: lasciare il posto fisso per dedicarsi a progetti internazionali di coaching. Si licenzia, ma i suoi sogni vengono spezzati dal Covid.
Quella rabbia per il privilegio degli altri
Chiara Gandolfi ha 43 anni, una casa a Parigi, un fidanzato e due gatti. «Sono esattamente dove vorrei essere», confessa. Ma per arrivarci ha dovuto smontare una per una le certezze con cui è cresciuta. La prima è che la fatica sia la condizione per ogni godimento: nella cultura cattolica in cui è immersa, il sacrificio è uno stile di vita. Eppure, quando va al liceo, Chiara scopre che non è così per tutti: chi può permetterselo va avanti senza fatica. Se è vero che i soldi non danno la felicità, di sicuro creano delle distanze.
Diventare padre, con quello che guadagno, mi sembra impensabile
Nello Di Coste cresce nella Puglia degli anni Novanta. I suoi genitori, papà ambulante e mamma impiegata, gli permettono prima di laurearsi fuorisede, poi di fare un master all’estero. Ma il sistema Italia, con i suoi stage gratuiti, posticipa il momento dell’indipendenza economica. Quando finalmente arrivano i primi lavori retribuiti, Nello passa dall’ebbrezza dell’autonomia alla consapevolezza che non riesce a mettere da parte nulla.
Ci siamo sposati senza mai parlare di soldi
Da ragazzina, Francesca vive un primo grande trauma con i soldi: il padre imprenditore sparisce lasciando dietro di sé moltissimi debiti. Sua madre, fino ad allora casalinga, si trova un lavoro umile per mantenere lei e suo fratello. Una volta laureata, Francesca ha fretta di dimostrare di non cadere nello stesso errore di sua madre. Ha un lavoro ed è indipendente, ma senza accorgersene lascia che suo marito eserciti il controllo attraverso il denaro.
È il troppo che stropiccia le persone
Benedetta Barzini è l’ospite del nostro secondo Nudismo Finanziario. Modella, musa, giornalista, docente. È suo il volto che compare sul primo numero di Vogue Italia, nel 1965. Già allora puntava il dito contro “il regno dell’immagine” e “la schiavitù dei corpi”, cominciando a scardinare il sistema dall’interno, come in un gioco di prestigio.
Ho conosciuto il lato oscuro della ricchezza
Ilaria Cusano passa da un’infanzia fiabesca, circondata da lusso e bellezza, a un’adolescenza ribelle e arrabbiata per il tracollo economico della sua famiglia. Che non è dovuto a errori di business bensì all’incapacità di gestire le conseguenze emotive del successo, ovvero l’invidia e la solitudine che spesso ne derivano. Ilaria giura che non le succederà la stessa cosa.
Per anni mi sono vergognata del mio lavoro
Serena conosce il suo futuro marito quando ancora studia psicologia. Lui è 15 anni più grande ed è un avvocato affermato. Serena rimanda a lungo l’ingresso nel lavoro per occuparsi dei figli e della grande casa che lui decide di comprare. Quando finalmente apre il suo studio da psicologa, lui instilla in lei un grande senso di colpa e di inadeguatezza per quel lavoro poco remunerativo che però toglie tempo ai bambini e alla casa. Serena va avanti, il lavoro inizia a ingranare e proprio allora lui le chiede di fare un terzo figlio...
Per permettermi la vita che sognavo, ho cambiato città
Gaia Giordani ha 40 anni, un compagno, un figlio, un lavoro da consulente digitale, due case e un bagno turco. Per far fronte ai suoi bisogni, ma anche per soddisfare le sue passioni, Gaia ha periodicamente rivoluzionato la sua vita.
Il privilegio di una famiglia dove tutti aiutano tutti
Sumaya Abdel Qader è nata a Perugia 45 anni fa. Oggi vive a Milano, città di cui è stata consigliera comunale per cinque anni. Ha tre figli, tre lauree e un dottorato in Sociologia in corso. Molto di ciò che ha ottenuto lo deve alla rete familiare. Eppure, dopo tre lauree, Sumaya fatica a trovare un posto fisso e a tempo pieno. È musulmana, porta il velo, ma soprattutto è donna e anche madre. «E qui in Italia bisogna scegliere tra famiglia e lavoro».
Fallire mi ha insegnato a usare i soldi per proteggermi
Montserrat Fernandez Blanco fin da piccola respinge ogni pensiero finanziario volto alla programmazione o alla protezione. Quando investe tutti i suoi risparmi in una startup, che non è subito in grado di garantirle uno stipendio, si ritrova presto senza soldi e senza paracadute, a elaborare in solitudine un fallimento che le appare come un giudizio implacabile sulla sua persona.
Quel guadagno perduto, per il fatto di essere madre e freelance
Fin da giovanissima, Arianna Chieli rifiuta l’idea del posto fisso. Ma quando si sposa e ha due figli, si accorge che il tempo del lavoro è continuamente interrotto o del tutto fagocitato dalla cura della casa e della famiglia. Esige così un nuovo patto familiare per cui suo marito contribuisca maggiormente alle spese correnti per compensare tutto il suo guadagno mancato.
Quanto costa avere un corpo grasso
Lara Lago cresce a Bassano del Grappa. Lo shopping compulsivo, assieme al make-up e ai tatuaggi, sono una cura per la tristezza che inizia a incombere sulla sua vita, a causa di un corpo non conforme agli standard sociali e che resiste a ogni trasformazione radicale imposta con le diete. Gli anni che trascorre ad Amsterdam, una città dove spende per sopravvivere e non per le extension, e dove non viene dato alcun valore all’esteriorità, sono liberatori.
Ho usato i soldi per riprendermi la vita
Gaia cresce in una famiglia in cui la madre ha il potere economico e il padre la responsabilità di cura. Per lei i soldi significano esperienze, benessere, godimento. Fin da giovanissima, però, si innamora di un uomo per il quale i soldi sono uno strumento di controllo.
Abbiamo trovato la nostra stabilità in una vita nomade
Sara e Sergio crescono a Roma Est. Fin da ragazzi, il loro obiettivo è affrancarsi dalle famiglie di partenza. Così lasciano le scuole e scivolano dentro una vita di apparente stabilità. Lei commessa, lui idraulico. Lavorano tantissime ore al giorno. Fino a quando la nascita del piccolo Diego mostra loro l’assurdità di una vita consumata a sgobbare per “pagarsi” una città come Roma.