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Ho congelato gli ovuli: i soldi meglio spesi della mia vita, insieme a quelli per la psicoterapia

Carlotta ha 36 anni e cresce in una famiglia benestante e con una buona educazione finanziaria. A 36 anni, fatica a far quadrare i conti della sua vita quotidiana, ma dai genitori ha imparato a mettere da parte ogni giorno qualcosa in vista di un obiettivo preciso. Così, dopo la fine di una relazione durata dieci anni, quell’obiettivo prende forma anche per lei: la crioconservazione degli ovociti. Una scelta difficile che ha portato a un dialogo familiare non sempre facile, ma che per Carlotta ha rappresentato un investimento sulla sua libertà.

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La precarietà mi faceva sentire “piccola”

Elisabetta ha 37 anni e vive con suo marito e suo figlio in una villetta quadrifamiliare. Figlia unica di due genitori dipendenti pubblici, si dedica con tutta se stessa al lavoro, si sposa e ha un bambino. La precarietà sul lavoro, però, la fa sentire piccola. Così come la cultura in cui è cresciuta, che continua a chiederle conto dei risultati ottenuti, a tal punto che solo un grave incidente riuscirà a convincerla a lasciare il posto fisso per dedicarsi a nuove ambizioni e scoprire altre forme di ricchezza.

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Avevo solo 800 euro in tasca, ma una grande fiducia nel futuro

Penelope lascia il Paese in cui è nata, l’Argentina, a 19 anni. È sola e ha 800 euro in tasca. Quei soldi, assieme a quelli per il volo di sola andata, li ha risparmiati durante l’ultimo anno di liceo, lavorando 8 ore al giorno al McDonald’s. A risparmiare ha imparato da suo padre, che non metteva da parte soldi, bensì mattoni. In Argentina i soldi perdono valore subito mentre con i mattoni lui aveva costruito la casa in cui abitavano e altri due appartamenti da dare in affitto…

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I soldi sono il filo che tiene unita la mia famiglia

Lorenzo cresce con la paura di confessare ai suoi di essere gay. I genitori lo scoprono per vie traverse e non riuscendo ad accettarlo in nessun modo, decidono di ignorare quella parte della sua identità. In compenso, gli pagano gli studi, gli puliscono la casa e gli fanno il bucato. E anche quando diviene indipendente economicamente, approfittano di ogni occasione per fargli la spesa, riempirgli il serbatoio dell’auto, oppure rimborsargli gli acquisti extra come il computer nuovo.

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Non sarò mai ricca, ma sono libera

Simona Coppola ha 52 anni e non c’è stato un giorno nella sua vita in cui non abbia parlato di soldi. Figlia di due operai, è cresciuta sapendo quanto entra in casa e quanto esce, quanto si paga di luce e quanto per il cibo. Questa consapevolezza finanziaria non le ha regalato una vita più semplice di quella degli altri. Ma di sicuro le ha permesso di compiere scelte di libertà.

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Non ho mai avuto “problemi di soldi” prima di conoscere Rame

Da bambina, Licia Soncini impara a guadagnare per un obiettivo: stira le camicie per conto della mamma e con i soldi ricevuti in cambio compra i regali agli amici o esce fuori a cena. Verso i 30 anni, inizia a guadagnare così bene da perdere ogni “contatto” emotivo con i soldi. Suo padre la mette in guardia e la sprona a indebitarsi comprando una casa. Ma Licia è terrorizzata dall’idea e preferisce vivere senza mai porsi un dubbio economico. Fino al giorno in cui incontra Rame…

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Finalmente mi sento libera di lavorare meno

Alice Pomiato nasce e cresce in un Veneto stacanovista, dove il lavoro definisce chi sei e il tuo valore. Lei inizia a lavorare a 16 anni e per tutta la prima parte della sua vita non si ferma mai, associando spesso due o tre lavori. Nel 2018, un viaggio in Australia aiuta Alice a portare a termine l’opera di decostruzione dell’idea di lavoro con cui è venuta al mondo.

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Quella vergogna di chiedere soldi in prestito

Ciccio Rigoli cresce in Calabria in una casa dove non manca nulla, ma non c’è nulla più del necessario. Verso i 35 anni, lascia il suo lavoro a tempo indeterminato e investe tutto ciò che ha (Tfr incluso) in una visione: uno spazio di coworking chiamato Slam, dedicato all’editoria e allo spettacolo. Ma proprio quando le cose iniziano a funzionare, la pandemia mette in crisi il modello del coworking e l’intero business dello spettacolo. Ciccio si ritrova con un sogno in mano e un anno di affitti non pagati.

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Il giorno in cui ho scoperto che c’era un altro modo di fare finanza

Fin da bambina, Arianna Magni osserva sua madre compilare a mano i quadernetti con le entrate e le uscite del mese. E ascolta sua nonna declamare principi di consapevolezza finanziaria sotto forma di proverbi. La sua è una socializzazione finanziaria piuttosto eccezionale nella cultura italiana, perché priva di ogni alone di mistero o di tabù attorno al denaro. Cosa che le permette di divenire un’investitrice consapevole.

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La mancanza di soldi mi costringeva dentro un eterno presente

Daniele Dani ha 45 anni e vive a Londra, dove è emigrato due volte. La prima a 30 anni, con svariate migliaia di euro nel conto in banca, accumulate con un primo lavoro ben retribuito ma che ha lasciato inseguendo il sogno di entrare nella finanza. La seconda a 37 anni, con soli mille euro in tasca e l’obiettivo di ricominciare. In mezzo, c’è l’improvvisa malattia e morte di suo padre che lo spinge a tornare a Bari per occuparsi dell’azienda di famiglia.

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L’eredità nascosta che mi ha lasciato mio padre

Valeria Fioretta è una figlia finanziariamente educata. Suo padre parla liberamente di soldi in casa, la porta fin da bambina alle case d’asta e la fa stare a tavola in mezzo a persone che parlano di soldi, investimenti, aste, pignoramenti. Per lungo tempo, Valeria non riconosce le lezioni apprese da suo padre. Dopo la sua morte, però, si riscopre intenta a comporre un puzzle segreto: l’eredità che lui le ha lasciato, che non è tanto il denaro, quanto un certo modo di parlare e di pensare il denaro.

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Così, io e 31 colleghi ci siamo ricomprati l’azienda

Claudia Florio lavora nella Holding italiana turismo, una società del gruppo Parmalat, quando il crac del 2003 spazza via l’azienda. 17 anni dopo rivive lo stesso film con la messa in liquidazione della Morris Profumi. Ma questa volta, prova a cambiare il finale della storia. Assieme a 31 colleghi costituisce una cooperativa e fa ripartire la produzione. «Siamo diventati soci, lavoratori e imprenditori nello stesso tempo». Il prezzo da pagare è che non stacchi mai. «Però lo fai per una cosa tua. E lavorare senza essere schiavo è tanta roba».

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Ho visto le banche bruciare i nostri risparmi di una vita

Quando Sanja ha 7 anni, lo scoppio della guerra nel Paese in cui è nata, la Bosnia Erzegovina, cambia per sempre la sua vita. Nel giro di 24 ore, tutti gli asset della sua famiglia, soldi e case, vengono bloccati. Né le banche né il Governo aiutano i cittadini a recuperare i risparmi di una vita. Nonostante ciò, Sanja viene cresciuta da suo padre secondo i valori tradizionali: l’importanza dello studio e del posto fisso. Ed è quello il copione che Sanja scrive con la sua vita, fino al giorno in cui si accorge che, per quanto abbia un ottimo stipendio, non è veramente libera.

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Ci ho messo 22 anni a fidarmi del mio talento

Da bambina, Barbara Oliva scopre dentro la bottega avveniristica di suo padre, la passione e il talento per il design. Ma quando il progetto di famiglia fallisce, e quel periodo diviene quasi un tabù di cui è vietato parlare, Barbara focalizza la sua attenzione sulla sicurezza economica. Trova lavoro a tempo indeterminato in un’azienda di telecomunicazioni e diviene workaholic. La nascita di sua figlia rimette tutto in discussione.

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Quanto costa “vivere con meno”

Da ragazzina, Linda Maggiori “si ammala” di ansia da consumismo. Una volta scoperte le profonde disuguaglianze tra Nord e Sud del mondo, soffre di fronte alle possibilità che le offre la sua vita borghese. Quando si trasferisce a Bologna per studiare, Linda trova finalmente uno stile di vita dentro cui si sente se stessa. Niente auto dal 2011, una casa che si alimenta con i pannelli solari e a bassissimo consumo di acqua grazie a un impianto di recupero di acque grigie.

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Facevo il possibile per disfarmi dei soldi

Giulia Fidilio nasce a Verona e si trasferisce in Inghilterra a 18 anni, mantenendosi da sola fin dal primo giorno. Studia marketing e nel frattempo fa carriera e guadagna bene. Ma i soldi le scappano via dalle mani. È sempre in rosso da qualche parte: ritira i soldi con una carta di credito per pagare i debiti dell’altra e via così. Mangia riso e fagioli per settimane. E tutto per comprare cose di cui non ha bisogno.

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Produrre il proprio cibo può essere salvifico

Miriam Corongiu cresce a Portici, paesone sovrappopolato alle porte di Napoli. Attanagliata da un disturbo alimentare e da un perfezionismo cronico, abbandona l’università a un passo dalla laurea. Intanto si sposa e passa da un lavoro all’altro. Fino al giorno in cui, licenziata da una compagnia di navigazione a 45 anni, decide assieme a suo marito di trasformare i 4 ettari di terra della famiglia di lui in una piccola azienda agricola.

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Per l’Istat, noi dovremmo essere poveri

Valeria Baudo ha 45 anni, abita nella provincia di Novara e la sua famiglia, due adulti e due bambini, vive con 1400 euro al mese. Che arrivano tutti dal lavoro di Valeria, bibliotecaria. Suo marito, cantautore e arrangiatore, 8 anni fa perse il lavoro che lo appassionava. Stava per iniziarne uno completamente diverso, ma fatti due conti in tasca, convenirono che era meglio restasse a casa con i bambini.

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Per lungo tempo, mi sono vergognata di gestire il denaro

Loretta Napoleoni, classe 1955, è famosa in tutto il mondo come economista, esperta dei sistemi attraverso cui il terrorismo si finanzia. Ma quando, grazie ai suoi studi e alla sua bravura inizia a lavorare in Borsa e a guadagnare benissimo, delega la parte finanziaria a suo marito, ingegnere petrolifero, che guadagna ancora più di lei. «Le persone intellettuali, di cultura, non maneggiano il denaro, mi dicevo…».

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Lavorare nei campi mi ricorda che posso sempre ricominciare da zero

Lory studia Psicologia perché ha scoperto in sé la vocazione di aiutare gli altri con il coaching. All’indomani della laurea, però, trova un lavoro sicuro e ben pagato nel commerciale di una industria di bottoni. Ma sente che le manca qualcosa. Così prende un secondo lavoro, alla sera, come coach: fatica 16 ore al giorno. A fine 2019 è pronta al salto: lasciare il posto fisso per dedicarsi a progetti internazionali di coaching. Si licenzia, ma i suoi sogni vengono spezzati dal Covid.

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