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Perché la finanza dei super ricchi nutre le disuguaglianze

Nel 2024 i super ricchi sono cresciuti a livello globale de 6,2%, secondo il Knight Frank’s 2024 Wealth Report, arrivando a più di 626.000 unità, mentre il ceto medio si assottiglia sempre di più, scivolando nella povertà. Il libro memoir del trader pentito Gary Stevenson spiega, tra le altre cose, come la finanza influisca su tutto questo. Ecco perché ci è piaciuto.

Tempo di lettura: 5 minuti

Giorgia Nardelli
Giorgia Nardelli

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Giornalista esperta di diritti dei consumatori e finanza personale.

trading game

Immaginate di guadagnare tantissimi soldi, così tanti che pur mettendo insieme ciò che i vostri genitori e i vostri nonni hanno guadagnato per tutta la loro vita, l’intera somma non riuscirebbe a raggiungere il vostro reddito annuale. E di riuscirci perché avete capito che il sistema economico finanziario sta andando in malora, che alcuni privilegiati si arricchiscono a scapito di tutti gli altri, e che potete fare soldi semplicemente scommettendo che tutto vada sempre peggio. Per quanto tempo riuscireste a continuare? C’è chi potrebbe farlo per una vita, chi non resisterebbe un solo secondo.

Due anni o poco più è il tempo che ha impiegato il trader Gary Stevenson a capire di volerne stare fuori. Tanta fatica ci è voluta per uscire “dal sistema” e il racconto di tutto ciò è in un libro, Trading Game (Hoepli Editore), memoir che è già best seller. Leggerlo è illuminante, perché fornisce una chiave di lettura sul perché accadono certe cose, in finanza e nell’economia reale.

La scalata dall’Est End al centro della City

Figlio di un impiegato dell’East End di Londra, nei primi anni 2000 Gary è un ragazzo con la testa veloce, la risposta pronta e la passione per la matematica, che gli vale una vittoria alla competizione organizzata da Citibank, “The trading game”, e gli apre le porte della grande banca d’affari a poco più di 20 anni. Da stagista, nel giro di poco, diventa trader al desk dove si contrattano le valute estere, e cresce fino a guadagnare 35 milioni di sterline in un anno. Il suo è un successo clamoroso, eppure qualcosa non gira. «A metà dei miei 25 anni ero multimilionario, avevo una bellissima ragazza ed ero infelice», sintetizza.

L’ambiente ipercompetitivo, i personaggi senza scrupoli e a volte grotteschi che popolano il mondo della finanza, il costo umano della vita alienante dietro al desk, lo risucchiano tanto da realizzare, un giorno, di indossare le stesse scarpe bucate dell’università, e di non avere avuto il tempo né la testa di comprarne di nuove. Ma dietro le notti in bianco e l’ossessione per i numeri, la depressione, la gastrite cronica e i 40 chili di peso raggiunti, c’è anche ciò che ha visto e capito, e che gli ha permesso di fare milioni mentre l’economia crollava.

La scommessa sulla crisi

A due anni dalla crisi finanziaria del 2008, mentre i colleghi scommettono sull’imminente ripresa dell’economia, il figlio della working class che aveva studiato con i figli dei multimilionari alla London School of Economics, alza gli occhi dai libri di finanza e si mette a osservare il mondo reale, quello da dove viene lui. E d’un tratto realizza che la ripresa non è affatto imminente: i suoi vecchi amici non riescono a pagare il mutuo, si indebitano perché non hanno i soldi necessari per vivere, e proprio come i governi non riescono a uscire dalla spirale del debito. Entrambi stanno perdendo o rischiano di perdere i propri beni, ma quel che è peggio è che quei beni stanno andando a qualcuno che in quella crisi globale si sta arricchendo.

«Nelle leggi dell’economia, il sistema nel suo complesso deve sempre essere in equilibrio, e per tutti quelli che sono in debito, c’è qualcuno che è in credito», scrive. In quegli anni bui per la classe media, case e azioni non stanno scomparendo, perché i ricchi, quelli che già possiedono e possono comprare continuano a farlo, senza produrre alcuna ricchezza reale, anzi, tenendo stabili i prezzi di case e asset. A quel punto Stevenson fa quello che ogni trader avrebbe fatto, e cioè continua a scambiare valute scommettendo che i tassi rimarranno bassi a lungo, diventando milionario: «Ho guadagnato soldi scommettendo sul crollo lento ma inarrestabile del tenore della gente comune delle famiglie, della discesa di centinaia di milioni di famiglie in tutto il mondo verso un ineluttabile povertà».

Così la finanza sta cambiando la vita di tutti

Il conto da pagare, però, arriva prima di quanto pensasse, ed è altissimo. Mentre perde peso, salute e amici, la consapevolezza di ciò che sta succedendo porta il trader a riflettere su come il sistema economico finanziario nutra le disuguaglianze, consentendo ai ricchi di diventare sempre più ricchi, sulla pelle della classe media, la classe dei lavoratori, che come i governi vedono risucchiare la sua ricchezza, mentre la disuguaglianza, come un cancro, cresce e potrà nel tempo solo peggiorare, fino a risucchiare l’intera economia che la contiene.

Di qui la crisi etica, e la decisione di lasciare. Oggi Stevenson ha un master in filosofia dell’economia a Oxford e ha fondato un canale YouTube con oltre 1,3 milioni di iscritti, in cui spiega l’economia reale e come la finanza influisca sulla vita delle persone, scrive per “The Guardian” e “Fortune”, e si definisce un economista esperto in disuguaglianze. 

L’economia in mano a pochi super paperoni

Il nodo, secondo l’esperto, è che l’esponenziale l’arricchimento dei paperoni non porta a un reale arricchimento per nessuno, tutt’altro, perché solo una piccola parte di quello che i ricchi guadagnano e possiedono viene speso, mentre il resto viene investito, concentrando il possesso di risorse che sono comunque limitate, con un impatto deleterio sulla vita reale di tutto il resto della popolazione. Dopotutto, le crisi geopolitiche ed economiche degli ultimi anni non hanno nel lungo periodo impedito che gli indici delle borse crescessero, e i valori degli asset, dopo gli scossoni, tornassero a salire, mentre nel contempo l’indebitamento pubblico e privato dei Paesi continua a salire.

Nel mondo i super paperoni sono cresciuti a livello globale de 6,2%, e il ceto medio si va assottigliando sempre di più. Quanto alle soluzioni, spiega, la tassazione dei grandi patrimoni può è sembra l’unico modo per ridistribuire la ricchezza che inevitabilmente finisce per accumularsi e concentrarsi nelle tasche dei pochissimi. 

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