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Finanziamento a tasso zero, quando conviene, e quando no

Comprare “a zero interessi” può essere molto conveniente, ma spesso ci fa dimenticare che un acquisto a rate è pur sempre un acquisto, e che per diversi mesi avremo una somma che si aggiungerà alle altre uscite fisse. Occhio allora a eventuali altri costi, e a valutare la sostenibilità dell’ “affare” in rapporto al bilancio familiare. Vediamo qui come scegliere e come capire se la proposta fa per noi, ma indaghiamo anche le trappole psicologiche che ci portano a prendere decisioni alla leggera.

Tempo di lettura: 6 minuti

Giorgia Nardelli
Giorgia Nardelli

di

Giornalista esperta di diritti dei consumatori e finanza personale.

finanziamento a tasso zero
Foto di Inaki Del Olmo
Questa guida è sponsorizzata da Sella Personal Credit, società del Gruppo Sella specializzata nel credito al consumo, e scritta da Rame. 

Come resistere a un “tasso zero”? Difficile dire di no quando ci viene proposto di comprare l’oggetto dei nostri desideri pagandolo a rate, frazionato, senza interessi. Se poi l’acquisto è necessario, è una vera e propria boccata di ossigeno per il bilancio familiare. A patto, ovviamente, di sapere trarre il meglio da questa opportunità e saper fare due conti… nelle proprie tasche. Ecco allora come scegliere e come fare le giuste valutazioni.

Cos’è il finanziamento a tasso zero

Quando parliamo della formula zero interessi ci riferiamo il più delle volte ai prestiti finalizzati, cioè a quei finanziamenti legati all’acquisto di particolari prodotti e servizi. In questi casi è solitamente il venditore a proporre la dilazione al cliente, in virtù di un accordo con una società finanziaria, ed è lui eventualmente a farsi carico del costo del prestito o di altre spese. L’obiettivo è chiaro, agevolare il cliente nel pagamento, consentendogli di conservare liquidità senza farsi carico dei costi di un prestito, e dunque agevolare l’acquisto.

Cosa guardare prima di firmare

Al di là del nome, non è detto che un finanziamento a tasso zero non abbia costi per il consumatore. «È la ragione, e non l’unica, per cui è sempre molto importante leggere il contratto che ci viene sottoposto, regola che in realtà vale per qualunque contratto di servizio o di prodotto si intenda sottoscrivere», spiega Martina Moraschi, Specialista marketing e prodotti di Sella Personal Credit.

«A volte questi documenti sono ricchi di informazioni importanti, ma all’occhio di un cliente non esperto possono apparire impegnativi e lunghi. Analizzarli non è sempre un’operazione che si può fare in velocità, ma è bene prendersi il tempo necessario. D’altra parte le società finanziarie si stanno attrezzando per rendere i documenti sempre più chiari e trasparenti; in Sella Personal Credit, per esempio, abbiamo portato avanti un progetto di legal design per rendere i contratti più accessibili ai clienti che li sottoscrivono».

Qualunque sia il contratto, è bene concentrarsi o chiedere informazioni su determinate voci, per sapere se sono incluse o se potrebbero far salire il costo del prestito. Ecco alcuni esempi:

  • Costi di istruttoria;
  • Spese per incasso e gestione del pagamento delle rate;
  • Imposta di bollo;
  • Comunicazioni periodiche;
  • Assicurazione legata al prestito.

La differenza tra TAN e TAEG

«In realtà i costi accessori sono contemplati nel TAEG, il Tasso Annuo Effettivo Globale, che esprime il costo complessivo del finanziamento. Il valore viene espresso in percentuale e può essere usato come parametro per confrontare i diversi prodotti», aggiunge l’esperta, che chiarisce: «Quando si parla di tassi, è importante conoscere la differenza tra TAEG e TAN e non confondere le due cose. Il TAN, Tasso annuo nominale, è l’interesse puro, ma non comprensivo degli altri costi, ragione per cui un TAN zero è un dato indicativo ma non esaustivo da questo punto di vista».

L’assicurazione sul prestito, un costo extra da valutare

Sempre a proposito di costi e TAEG, vale la pena ricordare di informarsi sulla polizza assicurativa legata al prestito. «Questa polizza viene generalmente stipulata per tutelare le parti nel caso in cui un grave problema, come la morte, una sopravvenuta invalidità del contraente o la perdita del lavoro gli impedisca di tenere fede all’impegno. Le coperture variano da prodotto a prodotto, e l’assicurazione può essere facoltativa oppure richiesta come condizione per erogare il finanziamento come nel caso della cessione del quinto», aggiunge Moraschi.

Buy now pay later e finanziamenti a tasso zero, le differenze

Quando navighiamo su siti di e-commerce, ma anche in qualche grande catena di store fisici, ci viene spesso proposto di dilazionare il pagamento in tre rate, senza interessi, così da non appesantire il bilancio del mese. È quello che chiamiamo Buy now, pay later, formula ormai diffusissima soprattutto tra i giovanissimi. «Il servizio non va però confuso con il credito al consumo e i finanziamenti a tasso zero. Si tratta più semplicemente di una dilazione del pagamento in tre tranche, senza interessi e senza costi, che anche in questo caso vengono sostenuti dall’esercente», spiega Martina Moraschi.

«Il principio è lo stesso, dilazionare la spesa per avere più respiro, ma la velocità con cui si ottiene questo tipo di dilazione può diventare un’arma a doppio taglio. Certamente un’uscita extra da 50 o 100 euro al mese non mi mette in difficoltà, ma se pagare tutto a rate diventa un’abitudine, il rischio è non solo di fare acquisti senza ragionare ma non di non rendermi più conto di quale sia il prezzo di ogni singolo bene, e se posso davvero permettermelo». 

Se vuoi sapere le domande giuste da farti prima di accendere un prestito…

Leggi qui!

Come calcolare se una rata è davvero sostenibile

Non è questo l’unico errore da evitare. Il più comune è quello di cadere nella “trappola mentale” che fa percepire un acquisto a rate a zero interessi “più economico” e più accessibile per le nostre tasche. «Se pago un prodotto da 600 euro tutto subito o in tre tranche da 200, alla fine del periodo il mio conto in banca sarà stato comunque “alleggerito” di 600 euro. Nella pianificazione del budget va considerata la somma totale e bisogna chiedersi sempre: posso permettermi quel prodotto?», aggiunge Moraschi. «Se, da una parte, il servizio di finanziamento mi dà la possibilità di spalmare una somma su un periodo più lungo, , dall’altra devo essere consapevole del fatto che nel mio bilancio subentrerà una spesa fissa e devo essere sicura di poterla sostenere».

E allora il consiglio: se stai per comprare un televisore nuovo, ma stai già pagando le rate dello scooter e dello smartphone, fai la mappatura delle rate, verifica a quanto ammontano i debiti e le spese fisse in rapporto alle entrate totali, e se quello che ti resta non basta a coprire le altre esigenze del tuo bilancio, meglio lasciare perdere. Ne parliamo qui.

Come valutare se richiedere un nuovo finanziamento (anche se a tasso zero)

«Per non andare incontro a spiacevoli situazioni, va tenuta anche in conto la durata del prestito in relazione alla propria pianificazione familiare. Un esercizio utile, è quello di sedersi a tavolino e, calendario alla mano, ragionare sulle spese extra future che si prevedono durante il periodo del finanziamento. Poniamo che si stia valutando un finanziamento della durata di 36 mesi. Possiamo cercare di capire quali spese programmate sono all’orizzonte, e se, per ipotesi, il prossimo settembre dovremo cercare una nuova casa in affitto. Oppure se l’ auto è vecchia e sappiamo che sarà necessario comprarne una nuova, a breve. A questo punto dovremmo chiederci se saremo in grado di pagare anche la nuova rata del finanziamento: se la risposta è no, ma l’acquisto è essenziale, si può scegliere, in ragione di queste esigenze, un prodotto dal costo inferiore o rimandare l’acquisto di qualche mese», conclude Moraschi.

Questa guida è sponsorizzata da Sella Personal Credit, società del Gruppo Sella specializzata nel credito al consumo, e scritta da Rame.
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