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Come assicurasi contro i cambiamenti climatici

Conviene assicurarsi contro i cambiamenti climatici? Quali sono le proposte sul mercato e qual è la spesa media che dobbiamo aspettarci per un prodotto di questo tipo? Ci siamo fatti spiegare le cose da sapere dalla nostra esperta di Rame.

Tempo di lettura: 8 minuti

Giorgia Nardelli
Giorgia Nardelli

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Giornalista esperta di diritti dei consumatori e finanza personale.

Come assicurasi contro i cambiamenti climatici

Grandinate e trombe d’aria, alluvioni, frane, piene e bombe d’acqua. Da quando il clima è impazzito, sempre più persone pensano che assicurarsi contro catastrofi ed eventi estremi sia più che una  buona idea. Per un certo periodo, circa un anno fa, una parte del governo aveva persino ventilato l’idea di rendere obbligatorie per i privati cittadini le polizze casa contro i danni da maltempo. A entrare in vigore, invece, è stato l’obbligo di polizza per alcune tipologie di imprese. Eppure, nonostante se ne parli tanto, poco sappiamo dei rischi e degli strumenti che potrebbero tutelarci. Abbiamo cercato di capirne di più con la nostra esperta assicurativa di Rame, Federica Baraldi. 

Quale assicurazione copre gli eventi naturali

Prima di rispondere a questa domanda, è importante imparare a fare le dovute distinzioni. «Una cosa sono gli eventi naturali, altro sono gli eventi calamitosi. Anche se la differenza si va sempre più assottigliando, perché con il cambiamento climatico gli eventi naturali assumono a volte proporzioni catastrofiche, dal punto di vista assicurativo parliamo di due cose differenti. Gli eventi naturali o atmosferici sono la grandine che ammacca l’auto, la pioggia forte che allaga la cantina, il vento che può smuovere e far cadere le tegole di un tetto. L’evento catastrofale è qualcosa di dimensioni ben più grandi, come il terremoto, l’inondazione, la frana, che abbraccia spesso ampi territori», dice Federica Baraldi.

«La differenza è sostanziale: prodotti come le polizze casa, per esempio, comprendono generalmente gli eventi atmosferici, ma non quelli catastrofali. Bisogna aggiungere – e pagare, coperture a parte, e non sempre è possibile. Se abiti in una zona limitrofa a un grande fiume, non è detto che una compagnia ti assicuri contro l’alluvione». 

La polizza casa, cosa prevede

Per mettersi al riparo e salvaguardare almeno il tetto sotto cui viviamo, la soluzione più naturale è stipulare una polizza casa, che assieme ad altre tipologie di danni contempla anche quelli da eventi naturali. Come si sceglie? «Facendo un check-up dei propri bisogni, e selezionando le singole coperture una ad una. Poi si stabilisce grosso modo la somma che si è disposti a spendere, e poi si cerca il prodotto che più si adatta alle proprie esigenze», spiega la nostra esperta.

«Naturalmente sono tanti gli aspetti da analizzare, ma se abbiamo intenzione di confrontare più proposte, non dobbiamo commettere l’errore di scegliere solo in base al prezzo. Le comparazioni vanno fatte a parità di condizioni. Ed è bene sapere, che se vogliamo essere coperti da tutti gli eventi, o quasi, che il costo del nostro premio salirà». 

Cosa aspettarsi da una polizza di questo tipo

Già, ma cosa dobbiamo aspettarci quando andiamo ad assicurarci? L’ottica, spiega Baraldi, è quella di tutelarsi contro danni importanti, che potrebbero creare difficoltà o sconvolgere l’equilibrio finanziario. Il costo per un danno di poco valore, come il vetro che si rompe per via del vento forte, o la tegola che cade, potremmo doverlo sostenere di tasca nostra, perché la stragrande maggioranza delle polizze prevede una franchigia, cioè una quota al di sotto della quale il rimborso non è previsto.

«Poniamo che la franchigia sia di 1.000 euro. Se subisco un danno è di 500, non ho diritto a nulla; se è 2.500, l’assicurazione mi rimborserà invece solo 500 euro. Se desidero essere coperto anche da danni di poco valore, devo essere pronto a spendere di più, ma spetta a me, a seconda della mia situazione, della frequenza con cui si verificano certi eventi, a valutare se il gioco vale la candela o se è meglio preferire una polizza che mi “ripaga” solo in caso di  grandi eventi. Tra l’altro, negli ultimi anni le società assicurative stanno innalzando le franchigie delle polizze eventi naturali, proprio a causa dell’infittirsi degli eventi naturali come grandini o trombe d’aria».

Quanto costa un’assicurazione per eventi atmosferici

Ma quanto si spende per una polizza eventi naturali, o per una contro le catastrofi? «Se il mio appartamento vale 150.000 euro, una polizza che mi copra da incendio, trombe d’aria e altri eventi naturali ha un costo che mediamente si aggira intorno ai 450 euro all’anno. Se aggiungo gli eventi catastrofali può arrivare a 600 – 700 euro. Chi offre premi molto al di sotto di queste soglie, molto probabilmente sta proponendo un prodotto che dà meno garanzie e più limitazioni», avverte Baraldi, che ha un’esperienza più che decennale come assicuratrice. «È possibile, certo, trovare un’offerta super scontata, ma spesso la promozione è temporanea, col tempo il premio tenderà ad allinearsi a quello del mercato, quindi occhio anche alle scadenze.

Cosa copre l’assicurazione eventi naturali

Quando andiamo a stipulare un’assicurazione contro gli eventi naturali tutti ci dicono di fare attenzione a tre aspetti: esclusioni, franchigie e massimali. Delle franchigie abbiamo appena detto. Le esclusioni le troviamo nel contratto, variano da compagnia a compagnia, da prodotto a prodotto, e per avere un quadro chiaro di quello che ci stanno proponendo è importante leggerle una ad una. Per esempio, le garanzie contro gli eventi naturali escludono categoricamente eventi eccezionali come inondazioni e calamità come terremoti. I massimali, invece, sono l’importo massimo che la società ci rimborserà in caso di sinistro. «Viene da sé, più il massimale è alto, più salirà il premio, anche in questo caso è opportuno cercare una via di compromesso su quanto vogliamo o possiamo spendere, e quanto vogliamo sentirci protetti», spiega Baraldi. 

“Quanto danno” copre l’assicurazione

Il massimale, come dicevamo, è la cifra che tu vai ad assicurare. «Ma quando si parla di polizze catastrofali e di casa – avverte l’esperta – è preferibile, se possibile, che questo sia proporzionato al valore dell’immobile: ricordiamo che ci si sta assicurando contro un evento che potrebbe distruggerla completamente, e in quella sventurata eventualità si dovranno affrontare spese enormi». 

Non è finita, perché, in linea generale, in una polizza contro eventi atmosferici e/o calamità naturali, bisognerà tenere conto anche dei metri quadrati dell’immobile. «A volte, per pagare meno, si cade nella tentazione di dichiarare una metratura più basa di quella reale», spiega Baraldi. «Ma in caso di danno, di qualunque tipo di danno, se ne paga il conto. Nel momento in cui il perito analizzerà il danno, le carte e i documenti per l’indennizzo, scoprirà che l’immobile è più piccolo, e l’importo verrà calcolato in proporzione. Mi spiego meglio: poniamo che la mia abitazione abbia un superficie commerciale di 100 metri quadrati, ma io ne dichiari 70. Se il vento scoperchia il mio tetto e ho un danno di 10.000 euro, la compagnia me ne rimborserà 7.000».

Valore nuovo e valore commerciale, di cosa parliamo

Ci sono però molti altri “dettagli” a cui spesso non prestiamo la giusta attenzione, avverte l’esperta. «Le polizze casa possono essere di due tipi: a valore “nuovo” o a valore commerciale . Nel primo caso, nell’eventualità peggiore l’assicurazione rimborserà il costo necessario per riacquistare o ricostruire l’immobile come se fosse nuovo. Nel secondo caso è assicurato il valore commerciale attuale dell’immobile. Se l’intenzione è quella di proteggersi contro le catastrofi, allora nel 90% dei casi vale la pena parametrare il contratto non al valore commerciale, ma al valore di costruzione nuovo, e la ragione è semplice. In un’eventualità del genere, se la nostra abitazione sarà distrutta o inagibile avremo bisogno di soldi per comprarne una nuova, al prezzo di mercato, che probabilmente sarà più alto di quello della nostra vecchia casa». 

A proposito di polizze casa legate ai mutui, cosa sapere

Infine, c’è un malinteso da chiarire, che riguarda proprio le polizze casa. «Chi ha stipulato un mutuo è spesso stato spinto dalla banca a stipulare una polizza scoppio/incendio sull’immobile, dunque crede di non averne bisogno di questa copertura prevista dalle assicurazioni sulla casa. In realtà, spesso i prodotti proposti dalla banca non coprono tutto il valore dell’immobile, ma solo la restante parte del mutuo da pagare: è un modo, per la banca, per tutelarsi dal rischio insolvenza».

«Nella malaugurata ipotesi che scoppi un incendio, il proprietario della casa non riceverà dunque la somma pari al valore dell’abitazione, ma solo quanto necessario per ripagare il finanziamento. Un esempio? Poniamo che la casa abbia un valore di 150.000 euro, e resti un mutuo da pare di 50.000. Se l’abitazione va a fuoco, il mutuatario riceverà dalla compagnia assicurativa solo i 50.000 euro restanti. La prima cosa da fare, dunque, è informarsi presso l’istituto, farsi consegnare il contratto e controllare che tutele include, e se ha garanzie aggiuntive. Se la copertura è parziale e non sull’intero valore dell’immobile, meglio chiedere dei preventivi per integrare la copertura con altri prodotti assicurativi».

Capitolo auto

E se la preoccupazione è l’automobile? Tutelarsi contro gli eventi naturali è semplice, le polizze standard hanno di frequente la garanzia eventi atmosferici contro grandine, fulmini, trombe d’aria, ma anche in questo caso è consigliabile andare a controllare cosa è scritto nero su bianco nel contratto, ed eventualmente chiedere l’estensione. «Attenzione, però. Con il ripetersi di questi eventi, le compagnie sono diventate più caute, per esempio, alcune ripagano i danni per una sola grandinata all’anno. E occhio anche in questo caso a fare le dovute distinzioni: le catastrofi come terremoti e alluvioni non sono contemplate in questa garanzia, ed è molto più raro trovare compagnie che assicurino i mezzi di trasporto contro le catastrofi», conclude l’esperta.

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