730 precompilato 2024: tutte le novità

Da quest’anno la dichiarazione precompilata diventa più semplice, perché una procedura guidata ci aiuterà a capire cosa c’è scritto voce per voce, e cosa fare per accettare o meno i dati inseriti dal Fisco. Tutto qui? No, perché ci sono cambiamenti in arrivo anche per chi si rivolge a un Caf o a un commercialista, e per tutti quelli che fino a oggi hanno presentato il Modello Redditi. Ecco allora le cose da sapere mentre si avvicina la stagione della dichiarazione.

A cura di Giorgia Nardelli


La nuova dichiarazione semplificata

La nuova precompilata sarà online dal 30 aprile, e quest’anno diventa più semplice. «L’obiettivo di questa operazione è dirottare un numero sempre maggiore di contribuenti verso la precompilata», spiega Mariangela Conti, del Caf Cisl Lombardia. «Di qui la novità: quest’anno chi sceglie questa opzione avrà a disposizione, oltre a quello tradizionale, un percorso semplificato, che gli permetterà di orientarsi all’interno della dichiarazione tra i dati già inseriti dall’Agenzia delle entrate. In sostanza, troverà una fotografia chiara di tutto quello che è contenuto nella precompilata». Il nuovo modello non è ancora stato svelato, ma il direttore dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini ha anticipato in un’audizione alle Camere qualche dettaglio. Chi entra con il proprio Spid nell’area riservata troverà un percorso guidato con affermazioni o domande come: “A quanto ammontano le tue spese mediche?” e potrà confermare o cambiare i numeri già contenuti, inserirne di nuovi, voce per voce. Tutto questo senza dover leggere decine di pagine di istruzioni, ricordare i codici dei diversi tributi o individuare le caselle corrette: i dati confermati o modificati verranno collocati automaticamente nei campi corrispondenti.

Chi può presentare il 730 precompilato? Buone notizie per gli autonomi

Non ci sono solo dipendenti e pensionati tra quelli che potranno scegliere il 730 precompilato. Una novità riguarda anche altre categorie di contribuenti. «È stata ampliata la platea, la versione precompilata apre adesso anche a tutti coloro che non hanno un sostituto d’imposta, e cioè ai lavoratori autonomi senza partita Iva, come coloro che emettono ritenute d’acconto, o a chi ha solo redditi da affitti o redditi dall’estero, inclusi i guadagni da criptovalute. Già da quest’anno tutte queste categorie di contribuenti possono presentare il 730, senza dover fare dichiarazioni aggiuntive. Restano fuori i lavoratori domestici, come colf e badanti, che ancora una volta avranno modello doppio, dovranno cioè presentare il 730 e poi un quadro aggiuntivo, dove inseriranno il Tfr percepito nell’arco dell’anno» dice Conti.

Perché conviene la dichiarazione dei redditi precompilata

Il vantaggio, per chi sceglie la formula “fai-da-te”, è che accettando tutte le spese che riguardano detrazioni e deduzioni, si ha la garanzia che il Fisco non effettuerà controlli su quelle voci. «Se il contribuente aggiunge o modifica alcune informazioni, eventuali controlli saranno effettuati solo sulle voci modificate, e non sul resto» aggiunge Conti. Attenzione, però, sottolinea l’esperta, saranno esenti da controlli solo i dati che l’Agenzia possiede già, come le Certificazioni uniche del datore di lavoro, i dati sui mutui trasmessi dalle banche, quelli sulle spese mediche, ecc. Le altre informazioni potranno comunque essere soggette a verifiche, come spiega anche qui l’Agenzia delle entrate .

Fai-da-te sì o no? Chi può scegliere il 730 precompilato senza timore di sbagliare

Devi sapere che la precompilata riporta da un anno all’altro le informazioni principali, tra cui quelle anagrafiche. Se qualcosa è cambiato nella tua situazione, è possibile che queste informazioni non siano state aggiornate, quindi vanno modificate, e l’operazione non è così semplice. «Se hai cambiato lavoro, acquistato o venduto casa, fatto spese importanti di ristrutturazione, bisognerà cambiare diversi dati e se non sei esperto, è preferibile che tu ti rivolga a un professionista» consiglia la nostra esperta. Ne parliamo anche qui. Ci sono poi casi particolari, come quello di chi pratica sport a livello dilettantistico. «Da luglio 2023 è stata modificata la tassazione sui compensi, la soglia sotto la quale non sono soggetti a imposte, è passata da 10.000 a 15.000. Nella dichiarazione bisognerà dividere le somme percepite fino a luglio da quelle incassate nei mesi successivi. Anche se tutto è certificato, fare le verifiche nella precompilata sarà più complicato» aggiunge la Conti.

Se vai dal Caf o dal commercialista

La prima cosa da sapere è che è bene sbrigarsi, perché ai Caf sono già arrivate centinaia di prenotazioni. In secondo luogo, in questo caso non vale la regola “getto via i documenti e accetto la precompilata” così com’è. Quando la compilazione della dichiarazione viene affidata a un professionista abilitato, questi è tenuto a effettuare un controllo minuzioso, confrontando le informazioni che gli fornisce il contribuente, con quelle già in possesso dell’Agenzia delle entrate. «Ai contribuenti chiediamo di portare con sé tutti giustificativi, per effettuare le dovute verifiche. Se tutti i dati tornano, confermiamo quelli dell’Agenzia, e in questo caso gli utenti non subiranno alcun controllo su quei dati. Se invece inseriamo delle modifiche, saranno esentate da controlli solo le spese sanitarie, mentre tutto il resto, sì» dice la consulente.

Se hai perso i documenti sulle spese da portare in detrazione

Come dicevamo, se fai la precompilata, non ti resta che accettare tutto ciò che è già contenuto nel modello, rinunciando a fare modifiche. Se ti rechi al Caf, dal commercialista o da un altro professionista abilitato, devi recuperarli. Solo per le spese mediche è prevista la possibilità di non portare la documentazione e chiedere di confermare il dato di Agenzia delle Entrate. Spiega Conti: «I giustificativi vanno conservati per 5 anni, dieci nel caso di alcune detrazioni fiscali come quelle sulle ristrutturazioni edilizie. Niente paura, però» rassicura l’esperta. «Oggi è sempre possibile farsi rilasciare una copia dei documenti. Per i bonifici ci si rivolge alla propria banca, per gli acquisti da portare in detrazione, si può chiedere a chi ha emesso la fattura un duplicato. Molti documenti sono anche nel proprio cassetto dell’Agenzia delle entrate, a cui si accede tramite Spid».

Chi paga il rimborso del 730

Per i dipendenti o i pensionati è il sostituto d’imposta a versare eventuali rimborsi del Fisco. Nel primo caso, questa figura coincide con il datore dei lavoro, nel secondo con l’Inps o la cassa di previdenza che eroga la pensione. «Ai lavoratori dipendenti il rimborso Irpef arriva solitamente nella busta paga di fine luglio, o, se si presenta la dichiarazione dopo inizio giugno, dai mesi successivi. Per i pensionati, l’Inps accredita le somme sull’assegno pensionistico di agosto. Avvalersi di questa possibilità è la via più veloce, perché tutto transita sulla busta paga o nel cedolino pensione» spiega Conti. «Ciò non toglie che dipendenti e pensionati possano scegliere di comunicare il proprio Iban e chiedere che i rimborsi vengano versati direttamente dall’Agenzia delle entrate sul proprio conto corrente. La comunicazione va fatta una sola volta accedendo con lo Spid nell’area privata del sito dell’Agenzia, e il dato andrà aggiornato solo in caso di chiusura del conto. Di norma, questa strada riguarda chi non ha più il sostituto d’imposta, perché per esempio ha lasciato il lavoro dipendente per un’attività autonoma. In questo caso, però, gli importi vengono rimborsati in linea di massima entro dicembre, o comunque entro febbraio marzo. Ai dipendenti conviene sempre scegliere il conguaglio in busta paga, anche nel caso di imposte da pagare perché non ci si deve preoccupare di scadenze e modelli F24».

 


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