Se le rate diventano pesanti, come mi difendo dai debiti
Come si agisce se ci si rende conto che le rate dei prestiti sono diventate troppo pesanti? E cosa succede se si salta qualche scadenza? Ci sono vie di uscita per alleggerire il bilancio familiare e non precludersi la possibilità di chiedere altri finanziamenti in futuro? In questa guida esploriamo le diverse possibilità, per capire come muoverci.
Tempo di lettura: 8 minuti
di Giorgia Nardelli
Giornalista esperta di diritti dei consumatori e finanza personale.
- Cosa si rischia se non si pagano le rate
- Perché si finisce e per quanto tempo si resta tra i “cattivi pagatori”
- Cosa comporta la segnalazione: prestiti negati o tassi più alti
- Come uscirne quando non si reggono le rate, il bilancio
- Se il problema è momentaneo, come spostare una rata
- Quando conviene rinegoziare un prestito
- Cos'è il prestito di consolidamento e quando è utile
Questa guida è sponsorizzata da Sella Personal Credit, società del Gruppo Sella specializzata nel credito al consumo, e scritta da Rame.
Come mi difendo dai debiti? Se l’è chiesto Cristina, nome di fantasia, storia vera, che per comprare l’auto nuova anni fa ha acceso un finanziamento da 96 rate. Arrivata al sesto anno, quando sua figlia ha avuto un problema scolastico e ha dovuto pagarle costose ripetizioni private, il piccolo fondo di emergenza è stato prosciugato in pochi mesi, le entrate si sono rivelate insufficienti, e quella scadenza da 400 euro al mese è diventata insostenibile. Insomma, il suo piano di rimborso è saltato assieme al bilancio familiare. Alla fine, Cristina ha venduto l’auto, ripagato il debito, e ora è a piedi.
Succede, purtroppo. Ci occorre un’auto nuova, oppure ci innamoriamo di una lavasciuga, di uno smartphone, della vacanza un po’ più costosa del previsto, ma se non abbiamo fatto bene i conti, e se il nostro bilancio non è robusto, man mano che passano i mesi rispettare le scadenze diventa sempre più difficile, tanto che a volte non resta sul conto nemmeno il denaro per le spese necessarie. Secondo una recente ricerca Ipsos, il 41% degli italiani ha almeno un debito a proprio nome, e più di uno su tre non sarebbe in grado di affrontare una spesa imprevista da mille euro. Cosa possiamo fare, allora, se durante il piano di rimborso di un finanziamento cambia la nostra situazione economica o subentrano spese extra che non avevamo preventivato? Ecco qualche utile in questa guida.
Cosa si rischia se non si pagano le rate
È la domanda che in tanti si fanno, quando l’appuntamento con l’addebito mensile arriva ma le risorse non bastano. Se si salta qualche rata è possibile che l’istituto di credito lo segnali in un sistema di informazione creditizia, grandi database che raccolgono le informazioni di chi richiede prestiti e mutui, e che vengono consultate dagli istituti di credito per conoscere la storia creditizia dei nuovi clienti.
Alcuni sono condivisi da più soggetti, ma spesso i grandi gruppi bancari hanno database propri. «Sono banche dati dove istituti e società finanziarie inseriscono le informazioni dei clienti e segnalano inadempienze, e che gli stessi soggetti consultano per valutare l’affidabilità di clienti nuovi», spiega Loris Liuzzi, specialista marketing e prodotti per Sella Personal Credit.
Perché si finisce e per quanto tempo si resta tra i “cattivi pagatori”
Non è detto che dopo due versamenti saltati segua una segnalazione automatica e si finisca nella lista dei “cattivi pagatori”, come si dice in gergo. «Molto dipende non solo dal numero delle rate, ma anche dalla frequenza e dagli importi. Se il pagamento “non passa” perché magari è scaduta la carta di credito o c’è un problema tecnico o, ancora, se si tratta di un episodio isolato, l’istituto spesso contatta il cliente per verificare che non ci siano problemi. Diverso è se è i mancati versamenti sono consecutivi o sistematici», continua Liuzzi. Ogni segnalazione ha poi un suo specifico peso, e resta attiva per un determinato periodo di tempo.
Cosa comporta la segnalazione: prestiti negati o tassi più alti
Anche in questo caso non esistono procedure standardizzate, e le conseguenze di una segnalazione non sono uguali sempre e comunque. «I sistemi di informazione creditizia servono a tutelare l’intero sistema prevenendo gli insoluti, e in un certo senso “proteggono” anche i clienti, evitando che chi non è in grado di tenere fede agli impegni contragga altri prestiti senza la certezza di poterli rimborsare. Premesso ciò, non è detto che la segnalazione di un comportamento non premiante comprometta la possibilità di avere altri prestiti in un determinato futuro, perché l’ultima parola spetta sempre alla società che erogherà il finanziamento», aggiunge Martina Moraschi, Specialista marketing e prodotti di Sella Personal Credit.
«Sta a loro stabilire quali rischi assumersi, dopo avere valutato il profilo del cliente che inoltra la richiesta. A questo proposito, però, va ricordato che un rischio più alto equivale in finanza a un tasso di interesse maggiore. Il cliente considerato meno affidabile potrebbe vedersi proporre un tasso di interesse più alto», continua Moraschi.
Come uscirne quando non si reggono le rate, il bilancio
Quando la rata inizia a diventare un peso troppo grande da sopportare, spiegano Liuzzi e Moraschi, prima ancora di valutare strategie e vie di uscita è importante avviare una riflessione sul proprio stile di vita e sulla propria situazione finanziaria, per rimettere ordine nei conti. Gli step da seguire sono:
- Tracciare entrate e uscite: l’ideale è cominciare da quelle degli ultimi 12 mesi, oppure 6, ma tenendo conto di spese una tantum annuali (come l’assicurazione auto, per esempio, o gli abbonamenti annuali). Da qui si estraggono entrate e uscite medie mensili;
- Fare un saldo tra uscite medie e entrate medie: verificare se questo è positivo o negativo;
- Isolare le spese non modificabili;
- Lavorare sulle altre e cercare margini di risparmio;
- Stabilire un budget di risparmio mensile con tetti massimi per le diverse categorie di spesa: l’obiettivo è tornare in pari con il bilancio mensile, se in rosso, e se possibile ricavare una quota di risparmio da accantonare per emergenze future.
Queste operazioni sono indispensabili per conoscere la propria capacità di spesa, evitare sprechi e contenere gli esborsi, anche quelli che sembrano necessari, per ritrovare la capacitò di onorare le scadenze mensili. Detto in altri termini, servono a impostare un piano di risparmio (qui una guida utile).
Se il problema è momentaneo, come spostare una rata
Se l’emergenza è momentanea, ma grazie al tracciamento di entrate e uscite ci si rende conto che sarà possibile rientrare a breve in una situazione di “normalità”, per uscire dall’impasse può essere utile verificare se l’istituto di credito o la società finanziaria ha la possibilità di spostare almeno una rata, aggiungendola a fine piano.
«È una possibilità prevista in alcuni contratti. L’ideale sarebbe informarsi sull’esistenza di questa opzione già al momento della stipula, ma in ogni caso si possono chiedere informazioni e indicazioni al consulente della società. È importante capire se l’operazione è ammessa e a quali condizioni, cosa comporta nel piano di ammortamento. Ad ogni modo è un’opzione che consente di prendere respiro per mettere i conti in ordine e poi continuare a pagare il finanziamento, che a quel punto avrà una rata in più», spiega Martina Moraschi.
Con il posticipo della rata, il peso del tasso di interesse sarà ricalcolato sulla base della nuova durata del finanziamento, che sarà più lungo.
Quando conviene rinegoziare un prestito
Se il problema, invece, è più strutturale e ci si rende conto che anche nel lungo periodo non ci si può più permettere la rata o le rate dei prestiti accesi, si può tentare la strada della rinegoziazione del prestito, si chiede cioè alla società che ha emesso il finanziamento di rivedere le condizioni del contratto, con l’obiettivo di ottenere una rata più bassa, dilatando il periodo di ammortamento o rivedendo il tasso di interesse al ribasso, se i tassi medi di mercato lo consentono.
«Anche la rinegoziazione non sempre è possibile, bisogna informarsi presso il proprio consulente o la persona di riferimento della finanziaria», chiarisce Moraschi. «Fermo restando che è nell’interesse della società mettere il cliente nella condizione di riuscire a ripagare le rate mensili: per questo la finanziaria valuta con attenzione tutte le possibilità per venire incontro ai propri clienti».
Nel caso in cui l’istituto accetti e si decida di allungare la durata del finanziamento, può essere che l’esborso finale sarà più alto: dipende dal tasso di interesse e dalla durata del finanziamento. Questo accordo ha lo scopo di rendere la rata più accessibile, ma quella stessa rata andrà sostenuta più a lungo, e in tutto quel lasso di tempo bisognerà fare attenzione anche alle altre spese, al bilancio e alla programmazione familiare», conclude Martina Moraschi.
Le domande da farsi sono sempre le stesse: riuscirò a sostenere questo prestito per tutto il periodo? Quali altre uscite devo posticipare, quali aggiustamenti occorrono al mio flusso di cassa?
Cos’è il prestito di consolidamento e quando è utile
C’è infine un’ultima possibile via di uscita al sovra indebitamento: è il prestito di consolidamento. Lo strumento consente di sostituire con un’unica rata tutti i debiti contratti. «Poniamo che ci siano due rate mensili da 300 e 350 euro, ma il bilancio permetta un’uscita di soli 400 euro. In casi come questi ha senso provare a chiedere un prestito che consolidi i precedenti ma ci permetta di pagare una rata uguale o inferiore a 400 euro e che, presumibilmente, avrà durata una durata più lunga di almeno uno dei due», spiega Moraschi.
Naturalmente anche questa opzione è spendibile quando si è “buoni pagatori”: molto difficilmente una società finanziaria concederà un prestito di consolidamento a chi ha storia creditizia “dubbia”. In ogni caso, va dato sempre uno sguardo ai costi accessori e al tasso di interesse finale applicato, che generalmente è piuttosto alto. «Se il consolidamento si chiede in una fase in cui i tassi sono più bassi rispetto a quelli esistenti quando sono stati accesi i prestiti precedenti, la soluzione potrebbe non essere più costosa. Inoltre, anche il prestito di consolidamento può essere estinto con anticipo, o rinegoziato nel momento in cui la situazione finanziaria lo consente. Un finanziamento può durare anni e in questo periodo possono mutare tante cose».
Questa guida è sponsorizzata da Sella Personal Credit, società del Gruppo Sella specializzata nel credito al consumo, e scritta da Rame.