Bolla dell’intelligenza artificiale: perché il rischio è reale
L’allarme arriva da Sundar Pichai: l’entusiasmo intorno all’intelligenza artificiale sta gonfiando una possibile bolla tecnologica. Investimenti sovrastimati, aspettative irrealistiche e prodotti ancora immaturi potrebbero portare a una brusca correzione del mercato. Ecco perché il rischio è reale — e cosa possiamo imparare dalle dot-com.
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di La redazione
«Se la bolla dell’IA dovesse scoppiare, nessuna azienda sarebbe immune, Google compresa». I moniti contro i possibili rischi di un eccessivo entusiasmo nei confronti dell’IA giungono ormai frequenti da più parti. Ma se a invitare alla prudenza è Sundar Pichai, CEO di Google, uno dei giganti tech del nostro tempo, il campanello d’allarme comincia a farsi ben più rumoroso.
L’allarme di Sundar Pichai: aspettative troppo alte sull’IA
Nella recente intervista concessa alla BBC, il manager indiano non ha soltanto tentato di porre un freno alle aspettative sempre più alte – e talvolta irreali – che gli utenti ripongono nei confronti di ChatGpt e simili. Ma ha anche prospettato lo spettro della speculazione sulle spalle di aziende e consumatori. Il motivo?La fiducia cieca in ciò che le IA saranno in grado di fare sta alimentando investimenti che potrebbero non essere del tutto in linea con la maturità reale della tecnologia. Con tutte le conseguenze del caso.
Perché si parla di “bolla tecnologica” nell’intelligenza artificiale
Per bolla, in questo caso tecnologica, si intende un fenomeno finanziario che si verifica quando il valore di mercato di aziende del settore cresce in modo rapido ed eccessivo, spinto più dall’hype che da fondamenti economici reali. In questo modo, il prezzo delle azioni o delle valutazioni private aumenta molto più velocemente dei ricavi, dei profitti e del reale stato di avanzamento della tecnologia su cui si è scelto di puntare. L’esito, in molti casi, è drastico: quando gli investitori iniziano a dubitare delle promesse, i capitali si ritirano. Le aziende sopravvalutate crollano, molte start-up falliscono, e l’intero settore può contrarsi in modo violento. Anche se in ballo ci sono colossi del calibro di Amazon, Microsoft o Apple.
I rischi per aziende e consumatori
Questa dinamica può generare rischi significativi, come spiega, tra gli altri, questo articolo su La Stampa. Per i consumatori, il pericolo è ritrovarsi con soluzioni lanciate troppo presto, non ancora affidabili o capaci di mantenere le promesse. Ciò potrebbe minare la fiducia generale nell’IA, rendendo più difficile l’adozione di tecnologie realmente utili quando queste saranno mature. E, va da sé, il crollo delle azioni avrebbe ripercussioni importanti sui capitali destinati a quell’investimento ritenuto inizialmente strategico.
Anche le aziende, dal canto loro, rischiano di ritrovarsi direttamente esposte: investimenti massicci in strumenti e piattaforme che potrebbero non portare ritorni adeguati, strategie costruite su aspettative irrealistiche, o la necessità di ristrutturare costose iniziative di IA qualora il mercato subisse una brusca correzione. Le imprese più esposte potrebbero dover ridimensionare team e progetti, mentre quelle che puntano tutto sull’onda dell’entusiasmo rischiano di non sopravvivere a un eventuale “raffreddamento”.
Cosa ci insegna la bolla delle dot-com
Uno scenario che potrebbe, a tratti, apparire fin troppo pessimistico. Ma che, tuttavia, ha un precedente, ben raccontato da questo articolo di Geopop, tutt’altro che dimostra quanto il mondo del digitale si muova fin dai suoi albori su un equilibrio sottile. Tra la fine degli anni ‘90 e l’inizio degli anni ‘2000 si generò, infatti, la cosiddetta “bolla delle dot com”. In quel caso, l’ottimismo sfrenato verso il web portò aziende con scarsi ricavi e modelli di business fragili a raggiungere valutazioni vertiginose. Quando la realtà si rivelò più lenta del previsto, il mercato crollò: molte start-up scomparvero, gli investitori persero miliardi e anche le aziende solide furono costrette a rivedere piani e strategie. Non del tutto dissimile, seppure con dinamiche diverse, quanto avvenuto anche nel mondo delle criptovalute, dove l’esplosione del 2017 fu seguita da un crollo che lasciò molti investitori con perdite pesanti.
Come evitare investimenti sbagliati nell’IA
L’indubbio potenziale delle l’IA va, dunque, maneggiato con cura. Le trasformazioni strutturali richiedono tempo, così la valutazione di tutti i pro e i contro. Lavorare a soluzioni mature, investire con prudenza e valutare l’effettiva sostenibilità dei modelli di business può prevenire un’ondata di disillusione. La storia insegna che l’innovazione continua anche dopo lo scoppio di una bolla: Internet non è scomparso, anzi. Ma chi si muove con equilibrio ha più probabilità di attraversare con successo gli scossoni.